Dalla posta dei re alla posta di tutti

Il mondo dei commerci e dei viaggiatori, le grandi vie di comunicazione, i sistemi postali, la fitta rete di locande che scandiva il ritmo lento della circolazione di uomini e cose, hanno sempre esercitato un fascino particolare su Bruno Caizzi.

Ne è una prova anche questo ampio e documentato volume sulla storia della posta, dalle ultime propaggini del Medioevo fino all'Unità d'Italia. L'area territoriale indagata abbraccia tutte le formazioni politiche dell'area padana: dal Piemonte alla Lombardia, dalla Repubblica veneziana agli stati cuscinetto, alla Toscana.

Attraverso un imponente lavoro di ricerca e una puntigliosa "caccia" di testi rari e quasi introvabili, l'autore ricostruisce la fitta trama di eventi, di dispute, di contrasti politici, di interessi familiari, di duro lavoro, che ruotavano intorno al servizio postale nell'Età moderna.

Il mondo delle comunicazioni è scandagliato in profondità e l'attenzione si ferma su una quantità di temi che si pongono all'incrocio di diverse discipline: dalla storia del pensiero economico a quella dell'assicurazione, dalla storia dell'industria a quella del commercio.

Prende così forma un quadro affascinante, denso di chiaroscuri, dove le immense fortune dei Taxis si accumulano accanto ai profitti intascati dalle famiglie vicine alla corte, dove oscuri finanzieri che tramano per assicurarsi il monopolio della posta si incrociano con l'attività di spionaggio volta a scoprire i segreti dei dispacci riservati. Un mondo, finora poco esplorato, che Caizzi illumina nelle sue numerose sfaccettature e implicazioni.

Bruno Caizzi, nato a Forlì nel 1909, si è laureato in Scienze economiche a Venezia con Gino Luzzato nel 1932. Dal 1936 al 1968 è stato professore di materie economiche e storia alla Scuola superiore di Commercio di Bellinzona; libero docente di Storia economica, ha insegnato la stessa disciplina presso la facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Milano dal 1962 al 1979. Nel 1983 gli è stato conferito il Premio della Banca della Svizzera italiana per il contributo da lui recato allo sviluppo degli scambi e delle relazioni culturali fra l'Italia e la Repubblica elvetica. Si è spento nell'aprile 1992 a Breno, nel Canton Ticino.

Tra i lavori che testimoniano dei suoi interessi per le "comunicazioni" i capitoli dedicati a questo tema in Industria, commercio e banca in Lombardia nel XVIII secolo, i volumi Strade lombarde. Itinerari e uomini in epoca austriaca e Suez e San Gottardo.