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Storia dell'archivistica italiana

Elio Lodolini

Storia dell'archivistica italiana

Dal mondo antico alla metà del secolo XX

Una prima e più limitata stesura del tema qui trattato aveva visto la luce nel 1991 con il titolo Lineamenti di storia dell’archivistica italiana, ma è in questo testo che la materia riceve una più completa ed organica trattazione.

Edizione a stampa

42,00

Pagine: 368

ISBN: 9788820421816

Edizione: 2a ristampa 2022, 7a edizione, nuova edizione 2013

Codice editore: 1792.23

Disponibilità: Discreta

La storia dell'archivistica - tema diverso dalla storia degli archivi, pur se ad essa affine - è un argomento di studio che incomincia appena oggi ad affacciarsi, e questo libro ne è un primo tentativo.
L'archivistica in senso stretto nasce in Italia nella seconda metà del sec. XVIII, se non addirittura nel XIX, mentre in una accezione più ampia ha origine non tanto dai primi, brevi trattati dedicati in modo specifico agli archivi nel sec. XVII, quanto dall'antica Roma, che alla gestione degli archivi dedicò particolari cure, e poi dal pensiero medievale in materia di archivi e di valore conferito ai documenti dalla conservazione in archivio. Ma è soprattutto nel XIX secolo che si sviluppa il grande scontro dottrinario fra la metodologia dell'ordinamento dell'archivio per materia o secondo il principio di pertinenza, cioè in base al contenuto dei documenti (oggi si direbbe in base all'"informazione" da essi fornita) e quella dell'ordinamento secondo il principio di provenienza o "metodo storico", cioè il principio della ricostituzione dell'ordine originario, sino alla definitiva affermazione di quest'ultimo.
Una prima e più limitata stesura del tema qui trattato aveva visto la luce nel 1991 con il titolo Lineamenti di storia dell'archivistica italiana, ma è in questo testo che la materia riceve una più completa ed organica trattazione.



Premessa
Gli archivi nell'Italia preromana
(Archivi prima della scrittura. L'archivio nella Val Camonica; Archivi degli Etruschi; Archivi della Magna Grecia e della Sicilia; Archivi di altre aree geografiche italiane)
Gli archivi nell'antica Roma
(Origine privata degli archivi romani; Dall'archivio privato all'archivio pubblico; Fondi e serie dell'archivio centrale romano; Altre categorie di documenti; Archivi della Chiesa in età romana)
L'archivistica del mondo romano
(L'ordinamento archivistico dei documenti: il rispetto dei fondi e una ipotesi sul principio di provenienza o metodo storico; L'archivio imperiale e gli archivi locali. Rapporti fra documentazione centrale e documentazione periferica; Duplice funzione degli archivi nel mondo romano; Archivi e archivisti. Terminologia; Libera consultabilità degli archivi per fini giuridici e per fini di studio, ricerche, scarti, ricostituzione di fondi perduti, aggiornamento di archivi)
Medioevo e Rinascimento: pubblica fede dei documenti e formazione dell'archivio
(L'archivio e la pubblica fede dei documenti secondo le grandi scuole di diritto; "Jus archivi" e sovranità; Origine e sviluppo degli archivi dei Comuni italiani; Archivi di Università e di altre istituzioni. Inesistenza di "enti non produttori di archivio"; Archivi ecclesiastici, archivi di famiglie, archivi di mercanti; Gli archivi dal Comune consolare al Comune podestarile. Una innovazione tecnologica: l'introduzione della carta)
La prassi archivistica medievale
(Cartulari, "libri iurium", serie documentarie; Duplicazione dei documenti per motivi di sicurezza e loro deposito presso enti ecclesiastici; Formazione di serie archivistiche. Conservazione e custodia; Sanzioni contro i furti e le falsificazioni)
Princìpi archivistici nel Medioevo
(Regolamenti archivistici (Regno di Napoli, 1338 e 1347). Gli "archivari" "Archivistica" e gestione dei documenti. Formazione di archivi di documenti non più necessari per l'uso corrente; Ipotesi sull'esistenza di una scuola per archivisti o per registratori (Bologna, fine del Duecento); Ordinamenti e inventari. Rispetto dei fondi (Cagliari, 1332) e principio di provenienza (Lucca, 1344-45); La libera consultabilità dei documenti degli archivi comunali e il diritto dei cittadini di averne copia; Paride del Pozzo (sec. XV) e la "rinnovatura"; Fine giuridico ed utilizzazione culturale degli archivi nel Medioevo)
La concezione degli archivi dal Medioevo all'Età moderna
(Archivi e "jus archivi". Archivi liberamente consultabili e archivi segreti; Archivi e storiografia dal Medioevo al Cinquecento. Ricostituzione dell'ordine originario (Firenze, metà del sec. XVI); Perpetua memoria e pubblica fede; Archivi ordinati e buona amministrazione; Recupero di "atti di Stato" e concessioni di recuperi a privati per uso di studio. L'intervento del "Magnifico Archivista" (Siena, 1601); L'unità dei beni culturali ante literam: un provvedimento legislativo globale per i beni archeologici, archivistici, artistici e librari (Stato pontificio, 1704))
I primi testi italiani di archivistica
(I primi manuali sugli archivi nel sec. XVII; Il "De archivis" di Baldassarre Bonifacio (1632); Il "De archivis antiquorum" di Albertino Barisone (prima metà del Seicento); Il "Methodus archiviorum" di Nicolò Giussani (1684); Il carattere sacro degli archivi. La distruzione degli archivi come damnatio memoriae; Ludovico Antonio Muratori, archivista, ma non teorico dell'archivistica)
La giurisprudenza archivistica della Sacra Rota Romana (secoli XVI-XVIII) " 123
(Motivazione della scelta della giurisprudenza della Sacra Rota Romana; L'"archivio" secondo la giurisprudenza; Archivi pubblici: a) laici; Archivi pubblici: b) ecclesiastici; Limitazioni territoriali alla pubblica fede degli archivi pubblici; Decisioni difformi; Ammissione dell'esistenza di archivi privati; Elementi e limiti della pubblica fede)
L'età dell'Illuminismo e le origini dell'ordinamento per materia
(Le riforme del secolo XVIII e la nascita delle grandi concentrazioni di documenti; Aspetti culturali nella formazione di taluni archivi nella seconda metà del secolo XVIII e nella prima metà del secolo XIX; L'ordinamento per materia ("principio di pertinenza") e le sue motivazioni; Archivistica e diplomatica. Scipione Maffei e Angelo Fumagalli; Michele Battagia; Disposizione dei documenti all'origine: per tipologia (sino al sec. XVIII) o per affari (titolario e registro di protocollo, dal sec. XIX))
L'ordinamento per materia nell'Archivio milanese
(L'ordinamento cronologico e quello per materia a Milano nella seconda metà del sec. XVIII: Gaetano Pescarenico, Bartolomeo Sambrunico, Ilario Corte; L'ordinamento per materia portato alle estreme conseguenze da Luca Peroni nell'Ottocento; I continuatori di Peroni nel sec. XIX)
L'ordinamento per materia in altri archivi italiani
(L'ordinamento per materia a Torino, a Cagliari, a Mantova, a Parma, a Lucca, a Firenze, a Siena, prima dell'Unità d'Italia; L'ordinamento per materia a Torino, a Bologna, a Napoli, a Roma, a Benevento ed in archivi comunali dopo l'Unità, ed ancora nel sec. XX; Affermazioni dottrinarie sulla validità dell'ordinamento per materia, ancora dopo l'Unità: Nicomede Bianchi (Torino), Pietro Ghinzoni e gli archivisti milanesi, Bartolomeo Cecchetti (Venezia), Gaspare Manzone e Francesco Saverio Tuccimei (Roma))
Il rispetto dei fondi e l'ordinamento secondo il "metodo storico" o "principio di provenienza" (ricostituzione dell'ordine originario): primi passi
(Reazioni all'ordinamento per materia; Il rispetto dei fondi a Lucca (1809), nella legislazione napoletana (1812 e 1818), a Roma (1839), a Palermo (1843), a Padova (1843); Affermazioni del principio di provenienza (ricostituzione dell'ordine originario dell'archivio): l'"anonimo" archivista genovese (Filippo Campi, 1765), Giovanni Battista Baretti (Mantova, 1797), il regolamento fiorentino del 1822)
La Scuola archivistica toscana: Francesco Bonaini e l'affermazione del "metodo storico" (ricostituzione dell'ordine originario)
(Francesco Bonaini (1806-1874) e la Scuola archivistica toscana; Salvatore Bongi (1825-1899) e l'"Inventario dell'Archivio di Stato in Lucca"; Limiti della Scuola archivistica toscana)
Il Congresso internazionale di Statistica (Firenze, 1867) e la Commissione Cibrario (1870). Il R. Decreto 27 maggio 1875, n. 2552: il principio di provenienza unico metodo di ordinamento
(Discussioni all'indomani dell'Unità d'Italia. I princìpi archivistici affermati al Congresso internazionale di Statistica (Firenze, 1867); Le enunciazioni teoriche della Commissione Cibrario (1870); Il mantenimento o la ricostituzione dell'ordine originario (principio di provenienza od "ordine storico") definitivamente prescritto in Italia dal R. D. 27 maggio 1875, n. 2552. La relazione ministeriale al decreto; Altre enunciazioni di teoria archivistica nel R. D. 2552 del 1875: a) gli archivi debbono rimanere dove sono nati; b) tutti i documenti debbono essere conservati dagli archivi, e non da biblioteche o musei. Ancora nel sec. XIX: le "tre età" dei documenti)
La diffusione del principio di provenienza nel sec. XIX
(Il costante mantenimento dell'ordine originario a Genova; Girolamo Azuni e gli archivisti sardi; Costantino Corvisieri a Roma; Giuseppe Silvestri a Palermo; Teodoro Toderini a Venezia; Carlo Malagola a Bologna; Amadio Ronchini a Parma; L'opposizione alle collezioni di documenti ed ai "diplomatici")
Prime affermazioni sulla natura "scientifica" dell'archivistica e sulla prevalenza di essa per la formazione degli archivisti (fine sec. XIX - inizi sec. XX)
(Archivistica e principio di nazionalità; La "dottrina archivistica" nel R. D. 27 maggio 1875, n. 2552. La prevalenza dell'archivistica nel R. D. 21 settembre 1896, n. 478. Il pensiero di Carlo Malagola (

Collana: Temi di storia

Argomenti: Archivistica e Biblioteconomia

Livello: Studi, ricerche

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