Direzione: Giovanni F. Ricci
Comitato scientifico: Françoise Albertini, Université de Corse Pasquale Paoli; Pino Boero, Università di Genova; Anna Gloria Devoti, Università di Siena; Roberta Garbo, Università di Milano-Bicocca; Bruna Grasselli, Università di Roma Tre; Concepción Naval, Universidad de Navarra; Agostino Portera, Università di Verona; Silvio Premoli, Università Cattolica di Milano.
La situazione di crescente complessità che connota lo sviluppo delle comunità sociali (migrazioni, marginalità, ospedalizzazione, disabilità, devianza, tossicodipendenza, ecc.), il progressivo indebolimento delle tradizionali agenzie educative e le loro trasformazioni (famiglia, scuola, chiese), la frantumazione delle reti della solidarietà sociale (famiglia allargata, vicinato, volontariato, servizi alla persona), comportano l’emergenza di inderogabili bisogni educativi cui rispondere con strumenti professionali integranti capacità di ricerca, competenza tecnica e sensibilità umana.
Le tradizionali e le nuove urgenze educative ci consentono di cogliere nell’ERICA il simbolo capace di saldare radici e innovazione, sensibilità e rigore metodologico, continuità e creatività di quel lavoro pedagogico che appare sempre più indifferibile, specie nei contesti connotati da rilevanti indici di complessità e problematicità.
Risulta evidente, infatti, come ERICA (calluna vulgaris) non sia soltanto un acronimo o una voluttà e velleitarismo retorico, ma incarni profondamente lo spirito della Collana. È arbusto sempreverde che nasce, si sviluppa e vive in climi difficili, in territori complessi caratterizzati da terreni non particolarmente ubertosi. Ha colori tenui, non ama le tinte forti e i contrasti rutilanti.
Cresce con pervicacia e forte determinazione. L’inclemenza e l’asprezza del gelo non risultano essere ostacolo: basta il tiepido sole di brevi primavere e di brevissime estati per farla riprendere dal torpore e dal rigore invernale.
È fedele alla sua terra e alle sue terre, dà sicurezza e serenità a chi la incontra nel suo procedere per terreni aspri e selvaggi, ancora inesplorati, accompagna il viandante e gli dà la forza per proseguire il cammino, per conquistare il suo spazio vitale, per prendere coscienza del suo essere e del suo esserci qui ed ora.
Le sue branche ramose sono utilizzate per farne ramazze, lavoro umile, anonimo, ma senz’altro necessario alla sopravvivenza che la accomuna all’impegno pedagogico, speso nella quotidianità delle relazioni umane, nella ricerca in situazione, oltre che nelle sedi decisionali delle politiche educative.
La collana si rivolge a studenti, educatori, insegnanti, mediatori, professionisti dei servizi con l’obiettivo di fornire strumenti interpretativi ed operativi (di sistemazione teoretica e di comprensione-intervento in situazione) relativi alle sfide dei bisogni educativi emergenti, ovvero dal riconoscimento e dalla valorizzazione della differenza nei diversi contesti e nelle diverse forme in cui essa si manifesta.
Si intende promuovere lo sviluppo delle opportune competenze professionali, eticamente sostanziate e disciplinarmente integrate, secondo una logica di sistema, capaci di dare avvio, continuità, qualità e, quindi, riconoscimento sociale ed istituzionale, alle “buone pratiche”. Perché tutto questo abbia efficacia e continuità necessita del contributo di molti. Con questo spirito ERICA non è ortus conclausus, non è spazio riservato a quel ristretto gruppo di studiosi e persone impegnate a vario titolo in questa avventura editoriale, ma è aperta a chi, con salda intenzionalità educativa, rigoroso impegno scientifico, comunanza di visioni e prospettive, senta il desiderio di condividere ansie, suggestioni, riflessioni per arricchire, rendendola sempre più metaforicamente rigogliosa, questa nostra ERICA.
Ribadiamo l’augurio che possa trovare, con il passare del tempo e la dedizione di chi parteciperà all’iniziativa, terreni e climi che le permettano di crescere e di contribuire all’affermazione del diritto al riconoscimento dei diritti di ciascuno nessuno escluso. In questo contesto l’editore e il direttore della Collana, con l’ausilio di un gruppo di referaggio, sono aperti alle collaborazioni sia nel campo della ricerca e sia in quello della pubblicazione di saggi.
I volumi pubblicati sono sottoposti a referaggio