L'utente potrà chiedere al proprio teleschermo le informazioni che vorrà approfondire e scegliere tra un'offerta vastissima di programmi e immagini. Come cambieranno in questo scenario i notiziari televisivi, che sono ancora oggi la principale fonte di informazione per gran parte del pianeta? Quali nuovi strumenti avranno a disposizione i giornalisti? E questi mezzi serviranno ad approfondire il loro lavoro o a renderlo superfluo?

Partendo dall'esame dell'impatto che nel passato le nuove tecnologie hanno avuto sui contenuti dei notiziari, si arriva alle sfide dell'attuale rivoluzione digitale, che promette una moltiplicazione senza precedenti dei canali di trasmissione e un'abbattimento dei costi degli impianti. Presto, appena sarà possibile inviare immagini dai telefonini, vedremo ogni angolo di strada in diretta. Mandare in onda un telegiornale sarà quasi alla portata di tutti. Assieme ai grandi tg planetari avremo dunque quelli di quartiere e di condominio. Forse addirittura milioni di notiziari su una rete televisiva universale come Internet.

Quali saranno le conseguenze di tutto ciò sul modo di lavorare dei giornalisti tv? Sono davvero, come dice qualcuno, destinati a scomparire nel trionfo del fai-da-te? L'utente potrà sul serio scegliere quali notizie e quali servizi vedere? E siamo consapevoli delle ombre e dei rischi, che vanno dalla manipolazione digitale alla solitudine informativa, di questa svolta?

Alfredo Macchi , giornalista professionista, lavora dal 1992 al Tg4 Mediaset. Allievo dell'Istituto per la formazione al giornalismo di Milano, è laureato in Scienze Politiche presso l'Università Statale di Milano. Ha lavorato come free-lance a New York, Parigi e Roma. È stato programmista regista per Rai Uno.