Preziose, frondeuses, badesse, cortigiane, mistiche: la donna occupa nel Seicento francese un posto preminente fra le élites sociali e culturali e sembra avere poteri che le saranno preclusi nei secoli successivi.

Ovunque, alla corte, nei salons, nei conventi, donne di grande intelligenza e dai tanti talenti incidono sul gusto letterario, sui sentimenti, sul modo di far cultura e sulle vicende politiche della loro epoca.

Sullo sfondo, la strega con l'immaginario feroce e turbato che la produce. Accanto alla strega l'indemoniata (figura più debole e meno incisiva sul piano dei miti collettivi in quanto non prodotta da fantasmi psichici generati dalla paura del femminile, percepito come essenza minacciante o onnipotente).

Dimenticate per duecento anni, talune dame dell'aristocrazia furono strappate dall'oblio dagli storici dell'Ottocento: Victor Cousin, Sainte-Beuve, Michelet intraprendono un'opera di utile riscoperta di fonti, di nomi, di vicende.

Il libro, che si colloca su questa linea di ricerca, prende in considerazione alcuni modelli culturali (i salons, l'amore, la «preziosa»), alcune immagini della donna (la donna colta, la donna «honnête homme», la strega), i temi dell'eguaglianza, dei poteri politici e dell'identità femminile.