L'Ungheria si è trovata in una situazione di netto vantaggio nella transizione da un'economia pianificata ad una di libero mercato rispetto ad altri paesi del blocco comunista. Infatti, nonostante l'appartenenza al Comecon, erano sopravvissuti nel tessuto economico alcuni elementi tipici delle economie capitaliste. In particolare, forme di proprietà controllate da privati cittadini e cooperative agricole gestite da un numero ristretto di soci senza ingerenze da parte dello stato.

Nella scia di questa politica, definita eufemisticamente "socialismo dei managers", nel 1995 è stato avviato con decisione il processo di privatizzazione delle grandi società pubbliche che, accanto al comparto industriale e del commercio, ha interessato anche settori strategici tra cui: servizi, istituti di credito ed utilities ( gas, energia elettrica, telecomunicazioni, ecc.).

Le potenzialità? Le società e gli investitori stranieri possono contare sui vantaggi politico-economici offerti da un paese che farà il proprio ingresso nell'Unione Europea entro il 2004 e che si configura, già oggi, come uno degli intermediari privilegiati verso i mercati dell'Europa orientale.

Gli incentivi? Gli operatori sono attratti da una serie di agevolazioni fiscali particolarmente interessanti per investimenti significativi realizzati nelle regioni meno sviluppate. È, inoltre, possibile accedere ad altre forme di assistenza costituite da fondi destinati allo sviluppo del turismo e ad incentivi volti a migliorare la situazione occupazionale.

Le garanzie? L'Ungheria si presenta con un biglietto da visita decisamente interessante: nel periodo 1993-1997 la produttività è, ad esempio, cresciuta del 150%, nel 1997 il Pil è aumentato del 4% in termini reali e si è verificata una significativa riduzione del tasso d'inflazione.

A questo quadro macroeconomico favorevole va aggiunta la disponibilità di personale altamente qualificato ed un costo del lavoro ancora contenuto.

I rischi? Tra le ombre: un deficit di bilancio significativo, in larga parte dovuto alla forte spesa per la previdenza sociale, ed un tasso di inflazione ancora piuttosto elevato.

Affinché il viaggio alla scoperta dell'Ungheria sia quindi aziendalmente proficuo, nella valigia sono indispensabili una generale conoscenza del paese e della sua cultura, nell'obiettivo prioritario di evitare spiacevoli gaffe interculturali che potrebbero pregiudicare contatti ed approcci, oltre alle principali indispensabili nozioni in materia tributaria, giuridica e valutaria.

"Conoscere il mondo" è la Collana che si propone quale guida e pioniere per imprenditori che, al fine di valutare il "progetto Mercati Emergenti", vogliono conoscere le coordinate aziendali attraverso le quali potersi muovere nelle nuove mete imposte dall'economia globale.