Le conoscenze scientifiche sono espressione del vivente; sono anzi "produzione" del vivente. Dunque, sono oggetto di storia, di evoluzione. Ma anche le loro suddivisioni, i loro confini si trasformano, mutano, si evolvono. Se questo è forse l'aspetto più appariscente, è anche però fra i più importanti della scienza contemporanea, ed è, ovviamente, anche quello che determina le discussioni più appassionate.

A trent'anni dalle rivoluzioni che hanno radicalmente trasformato i tradizionali paradigmi che orientavano i concetti di Vita, di Natura e di Animale, e a dieci anni dalla salutare provocazione della sociobiologia wilsoniana, sempre più numerosi gli studiosi delle scienze della vita e della natura e delle scienze dell'uomo e della società, si incontrano per tentare - attraverso il progetto e la costruzione di ancora disagevoli "ponti" - di tracciare una mappa, di definire un territorio più attento alle alleanze che non alle divisioni, più indicativo di possibili interazioni che non di separatezze programmatiche le quali, oggi, altro non sono che il segno di atteggiamenti conservatori. Ad un simile tentativo si applica, in questo volume, un gruppo di studiosi italiani e francesi tra i più qualificati: antropologi fisici e culturali, psicologi, storici della scienza, biologi, etologi e sociologi mostrano quanto ardue siano le "rotture epistemologiche" ma anche quanto esse siano vive e ormai indilazionabili.

Alfredo Milanaccio (Alba, 1943) è ricercatore presso il Dipartimento di scienze sociali dell'Università di Torino. Si occupa da tempo di sociobiologia e sta preparando un volume antologico sui modelli co-evolutivi bioculturali.