Taiwan tra missili e computer

Il problema di Taiwan è sempre di attualità: costituisce uno dei temi ricorrenti ogni volta che negli Stati Uniti si ritenga opportuno ricordare che in Asia orientale esiste un pericolo di guerra e che esso può essere arginato soltanto da una congrua presenza militare americana. Esso nacque infatti agli inizi della guerra fredda in Asia: le forze nazionaliste cinesi, battute sul continente dai comunisti si rifugiarono sull'isola e ottennero una copertura militare statunitense che per un certo periodo costituì il fattore decisivo della loro sopravvivenza e, contemporaneamente, l'elemento determinante dell'assedio stretto attorno alla Cina maoista.

Con il passare dei decenni, tuttavia, i nazionalisti costruirono a Taiwan un regime che assunse caratteristiche proprie e divenne protagonista di un importante sviluppo economico originale nel quadro dell'evoluzione dell'Asia orientale. Negli anni più vicini è stato parallelo per la repubblica popolare cinese e per il regime installato a Taiwan il processo di allontanamento dalle circostanze e dal quadro politico sociale che avevano contraddistinto il periodo dello scontro e anzi, sul piano economico, ma più recentemente anche sul piano di possibili prospettive politiche, sembrano delinearsi ipotesi di una collaborazione nel quadro di una "grande Cina" che metterebbero in scacco ogni tentativo di utilizzare i contrasti del passato per riportare la guerra fredda in Asia.

Il libro di Lina Tamburrino segue in modo preciso e pertinente sia gli eventi che hanno costituito il contesto della tensione tra la repubblica popolare cinese e il potere nazionalista nel quadro di una non conclusa guerra civile, sia le caratteristiche peculiari dello sviluppo economico di un'isola divenuta un'importante potenza economica nel campo dell'elettronica e della finanza internazionale. Non mancano, tuttavia, nella parte finale gli spunti su un'evoluzione futura nella quale la capacità politica dei cinesi (di tutti gli appartenenti alla cultura cinese) di elaborare soluzioni favorevoli al loro paese potrebbe disarmare le velleità di quanti continuano a pensare di utilizzare contro la piena indipendenza degli asiatici i motivi di tensione nati dal passato.

Lina Tamburrino , giornalista, ha vissuto per sei anni in Cina come corrispondente dell'Unità. Ha pubblicato: La Cina dopo il comunismo (1993), Qui Ju e le sue sorelle. La Cina delle donne (1995), Il Drago (con Antonio Pollio Salimbeni) 1997, Il silenzio del Tibet (1999). Collabora da anni alle attività didattiche e di ricerca del Dipartimento di Studi Internazionali dell'Università di Milano.