La storia della democrazia, anche la più recente, nel suo livello formale e rappresentativo, è una storia di uomini; la storia delle istituzioni statali nello stato contemporaneo, è la storia dell'uso e del perfezionamento di strumenti di dominio da parte di un soggetto sessualmente definito, garante dell'interesse «generale», su un altro sesso, escluso in quanto tale. Per fare ciò sono stati utilizzati e formalizzati differenze e rapporti biologici, trasformandoli in rapporti sociali diseguali (si pensi all'elaborazione e alle trasformazioni del diritto di famiglia). t indubbio che i rapporti sociali di sesso incrociano e attraversano altri rapporti sociali, particolarmente quelli di classe: talvolta ne sono la garanzia, altre volte tendono a costituirne un superamento. Ma la loro assunzione costituisce la conditio sine qua non per prospettive di reale cambiamento dei rapporti di forza. E' ormai comunque impossibile ignorare la loro esistenza, relegandoli pudicamente nella sfera privata e inquadrandoli legislativamente come se il sessismo della regolamentazione fosse purificato dalla inerte atonia della legge.

In questo volume vengono affrontati alcuni dei principali problemi suscitati dal dibattito attorno alla misura, i limiti, la differenza della responsabilità dei diversi stati nella costruzione di rapporti sociali di sesso: si è analizzato con quale impatto e con quali risultati le istituzioni e le loro politiche contribuiscono o hanno contribuito a mantenere o a modificare le diseguaglianze, in un confronto internazionale che, pur nella differenza degli approcci metodologici e delle impostazioni disciplinari, speriamo permetta una proficua maturazione della riflessione su queste tematiche.