La storia dei Caracciolo, duchi di Martina, si snoda lungo un arco di tempo plurisecolare che parte dagli ultimi decenni del Trecento, quando il destino di un ramo del grande clan napoletano subisce un'importante svolta, e giunge agli inizi dell'Ottocento, allorché l'eversione della feudalità anticipa di poco l'estinzione naturale della famiglia. Viene così tracciato un grande affresco all'interno del quale si dà risalto non solo alle vicende private del casato, ma anche alla sua dimensione pubblica e al suo inserimento in reti di relazioni che comportano un agire politico. Non si esaurisce nei fatti narrati l'interesse della vicenda familiare qui ricostruita che offre spunto per verificare le effettive capacità interpretative e la coerenza nel tempo del modello familiare corporativo e autoritario, delineato dalla storiografia con riferimento alle nobiltà di antico regime.

Il volume, diviso in due parti, si occupa nella prima del patrimonio Caracciolo in una prospettiva che esula dall'ambito esclusivamente economico e fa interagire l'analisi dei dati quantitativi con quella delle scelte matrimoniali e successorie, degli stili di vita e dei comportamenti. La pianificazione collettiva delle sorti degli individui e le reazioni opposte da ciascuno costituiscono il nodo problematico intorno al quale ruota la seconda parte del lavoro; in essa si indagano le relazioni interne alla famiglia, in mutamento continuo ma non lineare, e le strategie poste in essere per affermare e accrescere l'onore e il prestigio dei singoli e del casato.

Elena Papagna è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell'Università di Bari e insegna Storia degli antichi Stati italiani nella Facoltà di Lettere e Filosofia della stessa Università. Si occupa di temi di storia del Mezzogiorno d'Italia in età moderna; ha pubblicato numerosi saggi in riviste e opere collettanee e la monografia Grano e mercanti nella Puglia del Seicento , Bari 1990.