L'accelerazione impressa dallo sviluppo tecnologico nel ritmo della nostra vita di ogni giorno non può non interessare, in particolare, coloro che operano in campo artistico: sia pure per motivi il più delle volte estranei al dominio dell'arte, la tecnologia crea nuovi mezzi espressivi che consentono di formulare messaggi inconsueti, e sviluppa metodologie e procedure che consentono di gestire speditamente mezzi tradizionali di esposizione. Si costituiscono così i presupposti per un arricchimento e un ampliamento del dominio dell'arte. Tutta l'evoluzione si basa sulla mutazione e sulla relazione che esiste tra l'instabilità, la creatività ed il cambiamento. Non c'è arte, scienza o esercizio spirituale senza creazione e non c'è creazione senza un buon grado di instabilità.

Che si tratti di creare un nuovo modello o una nuova teoria risica o di creare un'opera d'arte, occorre all'origine una sproporzione tra la sensibilità di chi crea e il vissuto percettivo collettivo. E' la tensione, che deriva da tale sproporzione, che fa scoccare la scintilla dell'idea creativa: e fa si che questa si dispieghi nel pensiero ordinatore, cui si ispirano le azioni che porteranno alla realizzazione dell'opera.

Sotto il profilo psicologico, arte e scienza hanno origine nella natura umana; sono fatti innati nell'uomo, forse relativi all'istinto primordiale di conservazione: l'uomo ha bisogno di sapere e d'ampliare le conoscenze sul mondo che lo circonda e su se stesso e di rappresentarle per esorcizzarle; l'uomo ha bisogno di dominare la natura, anche quella umana, e d'assoggettarla, di interpretarla secondo istinto, cultura e razionalità, di piegarla agli interessi della vita e dell'azione.