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Rosmini e la forza morale dell'essere

Paolo Gomarasca

Rosmini e la forza morale dell'essere

La "poiesi" del bene come destino della metafisica

Edizione a stampa

26,50

Pagine: 192

ISBN: 9788846407214

Edizione: 1a edizione 1998

Codice editore: 501.2

Disponibilità: Buona

Questo lavoro è alla ricerca del peso speculativo che la filosofia morale occupa nell'universo del pensiero rosminiano. Generalmente concepita come un'appendice, inserita più spesso per completezza di sistema che per reale implicazione teoretica, la filosofia morale assume invece, in Rosmini, un'importanza fondamentale. Per il filosofo di Rovereto, infatti, l'etica non può essere semplicemente uno strato che ricopre in modo superficiale il piano ontologico. Eppure, il sistema rosminiano non si limita ad un esercizio di riscrittura dell'ontologia in termini etici: il "morale" si manifesta come forma dell'essere prima di venire a parola nell'etica, così che questa, una volta scritta, non si limita a dire la reversibilità concettuale tra le nozioni della filosofia teoretica con quelle della filosofia morale, ma sembra capace di raccontare nientemeno che il destino stesso della metafisica.

Attraverso l'etica, perciò, il pensiero guadagna l'essere nella sua circolarità dialettica e viceversa comprende, attraverso la sinteticità dell'essere, la condizione di costituibilità dell'etica stessa. Al centro di questo circolo virtuoso, Rosmini riconosce l'enigmatica figura della libertà umana, il cui limite vale simultaneamente come condizione finita del suo esercizio e come apertura sensata al presupposto speculativo del sistema, vissuto ormai come 'notizia' del compimento.

L'esercizio della libertà diventa così lo spazio trascendentale dell'apertura a quell'essere che già da sempre costituisce il pensiero come intelligenza della sua presenza e come desiderio di fruirne in modo stabile. L'enigma della libertà finita è celato proprio nel suo costitutivo aprirsi alla presenza dell'essere, giacché questa non è soltanto il fine che progressivamente si svela ma è anche ciò che si nasconde 'alle spalle' dell'apertura, essendone sempre il presupposto speculativo, ma avendo in qualche modo un 'bisogno' di essa come spazio per mostrarsi concretamente. Proprio questo bisogno che la "presenza" ha per essere "presente" è ciò che costituisce l'aspetto più profondo della libertà finita e dice la 'cifra' della filosofia morale rosminiana: la libertà, nella sua apertura all'essere sub specie boni, è intrinsecamente poietica, e in qualche modo è creativa di quel bene cui aspira.

Paolo Gomarasca (Milano, 1970). Si è laureato in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi discussa col professor Botturi. Attualmente è iscritto al «Diplôme d'études approfondies en Philosophie» presso l'Université catholique de Louvain, nell'ambito del quale prosegue il lavoro di ricerca su Antonio Rosmini cominciato alla Facoltà di Teologia di Lugano, durante l'anno accademico 1995-96. Contemporaneamente, in collaborazione con l'Università di Genova, sta conducendo uno studio sulle fonti illuministiche francesi nel pensiero del Roveretano.

P.P. Ottonello, Prefazione
Parte prima - Profondità ontologica dell'"essere ideale" e approdo metafisico nella filosofia rosminiana
Introduzione al "sistema della verità"
L'attualità speculativa di Rosmini come questione "inattuale"
Filosofia regressiva: l'"ideologia"
Le rotte della speculazione "teosofica"
Il sistema dell'"identità dialettica dell'essere"
I "corollari" al sistema della verità: esistenza di Dio e metafisica della creazione
Parte seconda - La filosofia morale rosminiana come categoria ricomprensiva della metafisica
Il cammino della moralità verso la convenienza compiuta tra "idealità" e "realità"
Fondazione ontologica della moralità: la ricerca del principio
I presupposti antropologici della teoria etica e il tema della "coscienza morale"
"Fare la verità": la "poiesi" del bene nella prospettiva teosofica.


Contributi:

Collana: Facoltà di Teologia di Lugano

Argomenti: Filosofia morale

Livello: Studi, ricerche

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