Roberto Ruffilli

All'indomani del 16 aprile 1988, di fronte all'assassinio e alla tragica morte di Roberto Ruffilli, furono in motti a chiedersi chi fosse la persona divenuta bersaglio di tanta e tale violenza. Questo libro, al di là di ogni retorica o di interventi guidati dalla pura memoria, offre un primo, complessivo e ri-goroso bilancio dell'attività scientifica di Raffili, in un quadro attento alla personalità quanto alla natura dell'impegno profuso nella vita pubblica.

La persona, lo studioso e il politico si intrecciano, e gli studi compresi nel volume contribuiscono a delineare l'itinerario coerente del forlivese, a partire dalla sua profonda e intima fede cristiana, vissuta con un'altrettanto radicata laicità. li periodo formativo di Rufflili - prima all'Università Cattolica, quindi all'Istituto per la Scienza dell'Amministrazione pubblica - emerge come strettamente legato al percorso di ricerca scientifica poi intrapreso. Le autonomie locali e la natura della tradizione autonomistica del movimento cattolico, i nessi fra società e stato nell'età contemporanea, il ruolo crescente della dimensione amministrativa nella vita delle istituzioni sono state le tappe principali di un percorso di ricerca rimasto incompiuto ma che già aveva prodotto risultati significativi, grazie anche ad una feconda metodologia di carattere interdisciplinare. L'approdo alla politica, nelle fila del partito cattolico, e il contributo dato all'elaborazione di una possibile riforma delle istituzioni repubblicane avevano reso ancor più conseguente la concezione di Roberto Ruffilli sull'"esercizio della responsabilità" e in particolare sulla -responsabilità,, degli uomini di cultura.

L'insistenza sulle prerogative del cittadino-arbitro nella ridefinizione di un nuovo rapporto fra società e stato, temi sui quali Ruffilli avrebbe voluto continuare a rimettere, rappresenta un lascito e uno stimolo di lavoro, ed è l'ultima, ulteriore espressione di una eccezionale «lezione di vita,,, capace di accomunare uomini e propositi al di là dei confini di ogni singola «parte» culturale e politica.

Maurizio Ridolfi (1957), dottore in ricerca presso l'università di Turino, si occupa prevalentemente dello studio delle formazioni associative delle istituzioni e delle culture politiche dei movimenti democratici e socialisti fra '800 e '900, con particolare attenzione all'Italia e alla Francia. Autore di numerosi articoli e saggi, ha pubblicato Dalla setta al partito (1988) e Il partito della Repubblica (1872-1895) (1989).