Morfologie

Alessandro Delcò

Morfologie

Cinque studi su Michel Serres

Edizione a stampa

22,00

Pagine: 176

ISBN: 9788820489731

Edizione: 1a edizione 1995

Codice editore: 495.68

Disponibilità: Fuori catalogo

Chiusi i propri conti con la forma logico-proposizionale - la forma dell'ordine come ingiunzione -, Serres incomincia a parlare la lingua delle morfologie: nuova lingua senza regole per dire tutte le forme, dalle più sistematiche alle più vaghe, dal caos puro alla complessità meglio integrata. Entro questo protolinguaggio la forma può correre e variare fino al limite dell'informe, e risalire dall'assoluta varietà del rumore all'unità dell'informazione che la compensa. Le forme possono essere più o meno pure, più o meno connesse, più o meno numerose. Ci sono morfologie che confinano con la struttura misurata dello spazio euclideo e altre che invece sembrano riprodurre a caso i movimenti vorticosi dell'esistenza. A volte le forme si aggiustano con la linearità perfetta di una sequenza matematica; più sovente si scontrano, frantumano, mescolano e rimescolano dentro le circostanze della vita. Le forme saturano il mondo e le nostre rappresentazioni: lettura interspecifica di molecole da un lato, ermeneutica testuale dall'altro. Il reale fabbrica da sé le condizioni della propria conoscenza, per autoapplicazione; noi ne traduciamo la potenza in informazione. Il filosofo deve farsi esegeta silenzioso del testo del mondo, studioso paziente di morfologie, se non vuole trasformarsi in arido dottrinario affetto dalla sindrome tanatocratica.

Premessa
Parte I
Il pensiero alle prese con le forme
1. Origini, varietà e limiti della forma pura: lo spazio
1. Nascita dell'astratto
1.1. Il ventaglio delle genesi
1.2. Profondità dell'operatore antropologico
1.3. Il doppio trascendentale dell'analogia
2. Dalla geometria dell'omogeneo alle varietà topologiche
2.1. L'imperialismo dello spazio euclideo
2.2. Difficoltà di passaggio tra spazi
2.3. Gli spazi molteplici della vita
2.4. Elementi di «estetica generale»
Note
2. L'enigma del puro informe: il tempo
1. L'ontologia dell'aleatorio quale nuovo/antico orizzonte per la tematizzazione del tempo
2. Lucrezio, la termodinamica, e i tempi fondamentali del mondo
3. Ipotesi sulla genesi del tempo
3.1. «Caos-flusso» e «caos-flussione»
3.2. «Noise»
3.3. «Stock»
3.4. «Testo»
4. Il pensiero del tempo di fronte alle aporie dello spazio
Note
3. L'incalcolabile diffrazione delle forme: la storia
1. La fondazione innominabile
1.1. Negatività e sacrificio
1.2. Diasparagmos e lapidazione
1.3. Gemellarità
2. Mito e trasfigurazione della verità dell'origine
2.1. Il mito come legenda della storia
2.2. Pratiche di occultamento e rimemorazione
3. La storia come ripetizione dell'origine e potenza del caso
3.1. La morte eternamente ritornante
3.2. L'evento, l'invenzione, l'esodo
4. La ragione impura
4.1. Le regolazioni incostanti del tempo storico
4.2. L'introvabile scala del progresso
4.3. lo, alea, materialità
Note
Parte Il
Le forme bella storia del pensiero. Esempi
1. Sistematicità della forma: Leibniz
1. Combinatoria e sistematismo plurivoco
2. Relazioni armoniche e interrelazioni monadiche
3. Comunicazione delle sostanze e consenso teorico-tetico
Note
2. «Informità» della vita: Bergson
1. Spazialità del linguaggio concettuale vs. fluidità delle immagini
2. La critica dell'intelligence e della dialettica
3. L'intuizione della vita
4. I modi della durée e il tempo mescolato di Serres
Note
Bibliografia
Indice dei nomi


Contributi:

Collana: Filosofia

Livello: Studi, ricerche