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La passione del ritardo

Ferdinando G. Menga

La passione del ritardo

Dentro il confronto di Heidegger con Nietzsche

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 272

ISBN: 9788846459886

Edizione: 1a edizione 2004

Codice editore: 495.162

Disponibilità: Discreta

Attraverso una critica interna del nutrito corpus degli scritti heideggeriani sul filosofo della Volontà di potenza, l’analisi di Ferdinando Menga ne mette in discussione la pretesa teoretica ultima. Il “superamento” heideggeriano della metafisica, di cui Nietzsche sarebbe il “compimento”, e il concomitante disdegno del regime obliquo della rappresentazione si fondano sulla tesi dell’accessibilità immediata dell’originario, che implica la sua intrinseca semplicità e la sua debordante pienezza.

Questa tesi costituisce il presupposto speculativo del discorso heideggeriano, grazie al quale il soggiorno – difficile – nella prossimità dell’origine assurge al rango di unica dimora adeguata al pensare. Ed è esattamente questo presupposto, nonché la hybris ontologica alla base della sua esorbitante pretesa, che le pagine seguenti intendono decostruire muovendo dalla finitezza del pensiero umano, la quale interdice costitutivamente ogni forma di accesso diretto all’origine.

Entra qui in gioco la lezione di Nietzsche. Il carattere corrosivo della sua critica genealogica non mostra soltanto l’illusorietà di ogni approccio all’origine prima, ma innanzitutto manda in rovina lo stesso dispositivo simbolico in virtù del quale il derivato si oppone all’originario, il complesso al semplice, l’opinione al sapere incontrovertibile, l’apparire all’essere. Contrariamente al congedo heideggeriano nei riguardi del pensiero rappresentativo, il cui intento è semplificare lo sguardo per orientarlo verso l’intimità originaria, la riabilitazione nietzscheana della rappresentazione si allontana risolutamente da ogni mistica dell’origine. [...] Il passaggio attraverso la rappresentazione si rivela inevitabile, e culmina sul piano etico-politico nella riabilitazione della mediazione. Quest’ultima è necessaria non come accordo estrinseco che ricongiunge a posteriori entità autonome e separate, bensì come evento istituente dello spazio pubblico. Ma esattamente questa dimensione è assente in Heidegger, e nella lettura di Menga è proprio verso di essa che si orienta la rivendicazione nietzscheana del prospettivismo. (Dalla Presentazione di Fabio Ciaramelli)

Ferdinando G. Menga (San Giovanni Rotondo, 1974) si è laureato in filosofia all’Università di Napoli Federico II ed è dottorando di ricerca presso la Ruhr-Universität di Bochum. I suoi interessi si rivolgono a questioni di filosofia contemporanea in ambito fenomenologico-ermeneutico, con particolare riguardo alle problematiche etico-politiche. Ha pubblicato, fra l’altro, saggi su “aut aut”, “L’Acropoli” e la “Rivista di Psicoanalisi”.


Fabio Ciaramelli, Presentazione
Introduzione
Heidegger e la questione della metafisica. Elementi fondamentali per la contestualizzazione del confronto con Nietzsche
(Heidegger e la metafisica: elementi preliminari; Seinsgeschichte e Seinsvergessenheit. La metafisica come invio destinale (Geschick) dell’essere)
Sulla soglia dell’Aus-einander-setzung con Nietzsche. Il superamento della metafisica e la strategia heideggeriana del doppio registro del discorso: geschichtlich e historish
(Heidegger e l’Aus-einander-setzung con Nietzsche. Dello statuto originario del discorso: la questione del geschichtlich; Geschichte vs. Historie. Storiografia come pratica metafisica; Introduzione di una perplessità: Heidegger e lo scivolamento nelle immagini; Il discorso geschichtlich: dal fuori al dentro. In direzione dell’origine; Il discorso che penetra nell’Anfang. L’Er-inner-ung in die Geschichte des Seins; Heidegger e il «salto» nell’origine. Supplemento di un sospetto, sospetto di un supplemento; «Ancora non si lascia dire in modo diverso». Un bilancio della prima tappa)
Nietzsche e il compimento della metafisica. La metafisica come storia di risposte
(Leitfrage e Grundfrage. Risposta metafisica, metafisica della risposta; All’origine è la domanda: La metafisica come oblio della domanda nella risposta; Nietzsche. Metafisica e compimento della metafisica; Supplemento d’interpretazione. Una risposta: all’origine è la domanda)
La chiusura interpretativa heideggeriana: volontà di potenza, eterno ritorno dell’uguale e cancellazione della traccia della differenza ontologica
(Volontà di potenza come arte e conoscenza; L’eterno ritorno dell’uguale. Il circolo e l’attimo)
L’apertura problematica: dal nichilismo inautentico a quello autentico
(Il nichilismo inautentico di Nietzsche come compimento del nichilismo autentico entro la destinalità dell’essere; Superamento del nichilismo e della metafisica. Heidegger e la problematica economia dell’origine)
Sul rispondere di Nietzsche (a Heidegger): la rappresentazione responsiva e l’estraneo originario
(Nietzsche-Heidegger e la mancanza del centro. Tra finitezza e nostalgia; Apollo con Dionisio. Pensiero tragico come inconciliabile mediazione originaria; La rappresentazione necessaria: prospettivismo e interpretazione sotto il segno dell’estraneo; Nietzsche e Heidegger: le due navigazioni (percorsi metaforici a confronto); L’eterno ritorno dell’uguale e l’attimo: la scena del tempo, il tempo della scena)

Contributi: Fabio Ciaramelli

Collana: Filosofia

Argomenti: Storia della filosofia contemporanea - Ermeneutica

Livello: Studi, ricerche

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