La relazione tra architettura e leggerezza sembra aver percorso trasversalmente la storia dell'architettura senza aver lasciato tracce consistenti e senza che sia possibile leggerne un'evoluzione lineare. "Sembra quasi che abbandonando le tradizioni nomadi della tenda in trazione, l'uomo abbia ritrovato nella stabilità, nella permanenza, nella rigidità e nella pesantezza delle strutture in compressione, l'equivalente sua volontà di possedere il nuovo luogo, e quindi di non essere più nomade. In tal modo la storia dell'architettura è divenuta la storia delle strutture in compressione".

Quest'opera è un contributo al processo di non facile identificazione e istituzionalizzazione del ruolo delle strutture a trazione nell'evoluzione delle tecnologie dell'architettura. Si è voluto dimostrare il grande interesse e le potenzialità tecnologiche prestazionali non disgiunte da quelle linguistiche attraverso le quali i maestri dell'architettura del XX secolo hanno garantito un ruolo d'onore alla moderna architettura tensile senza mai rinunciare ad una ricerca approfondita delle origini tessili dell'abitare.

L'insieme della ricerca apre il campo ad una rivalutazione dell'ibridazione tra le tecniche, nella direzione dell'integrazione tra strutture compresse e strutture a trazione.

Catia Olivetti, laureata in architettura al Politecnico di Milano, autrice di pubblicistica scientifica e tecnica, ha approfondito le tematiche del design del componente presso l'Ecole Nationale Supérieure de Création Industrielle di Parigi. Dal 1993 collabora alle attività di ricerca del Dipartimento di programmazione progettazione e produzione edilizia di Milano con particolare riferimento al rapporto tra architettura e leggerezza