Il volume illustra e analizza il contenuto dell’opera maggiore del primo teorico della sovranità, il giurista angevino Jean Bodin. In un momento di grave crisi della monarchia francese, all’indomani della strage di San Bartolomeo, Bodin coglie la necessità che il potere monarchico, per assicurare l’unità e la pace del paese, non possa essere altro che assoluto, perpetuo, indivisibile. Raffrontata e accostata solitamente dagli studiosi del pensiero politico con quanto scriverà in proposito l’assolutista Tommaso Hobbes, la dottrina dell’autore francese mostra peraltro non poche consonanze, per quanto riguarda la distinzione tra sovranità e governo, con quella che verrà elaborata – quasi due secoli dopo – da Jean-Jacques Rousseau.
Individuata nella monarchia la forma migliore di stato tra le tre descritte da Aristotele (monarchia, aristocrazia, democrazia) Bodin, “prendendo a prestito i princìpi dei Matematici e le decisioni dei Giureconsulti”, costruisce la sua affascinante teoria della ‘giustizia armonica’ e del conseguente ‘governo armonico’, che rende il regime monarchico “il più bello, il più felice, il più perfetto di tutti”.

Donatella Marocco Stuardi è ricercatrice presso il Dipartimento di Studi Politici di Torino, e docente di Storia del pensiero politico medievale all’Università di Torino. Per FrancoAngeli ha pubblicato i volumi Libertà religiosa e autorità dello stato negli U.S.A. (1978) e Alcuino di York nella tradizione degli “specula principis” (1999), oltre al saggio Sovrano e governo nel pensiero di Marsilio da Padova, compreso nel primo volume della raccolta di Studi politici in onore di Luigi Firpo (1990).