Ebbe fama di donna colta, "rara per la sua intelligentia" Isabella da Passano, gentildonna di Portogruaro nata a Padova da genitori appartenenti entrambi alla nobiltà genovese e sposata al feudatario friulano Marco della Frattina. Personaggi non comuni i suoi genitori: Giovan Gioachino da Passano, diplomatico di simpatie erasmiane a lungo al servizio della corona francese, e Caterina Sauli, che scontò con un processo e un'abiura a Mantova l'importante da lei svolto nelle conventicole eterodosse attive in area padana. Per eresia venne inquisita, tra il 1568 e il 1570, anche Isabella, la quale tuttavia nonostante i suoi assodati rapporti con personaggi di rilievo negli ambienti del dissenso religioso uscì indenne dal processo avviato a suo carico dal Sant'Uffizio veneziano.

Altre e forse peggiori traversie colpirono in seguito Isabella: pesanti difficoltà economiche, coinvolgimento dei familiari nelle faide nobiliari che insanguinavano il Friuli, messa al bando e poi morte in guerra del marito e dei figli; ed estenuanti battaglie legali nelle quali ancora risuonavano echi di quella fama di "letterata" che tanta ammirazione, ma anche tante ironie, aveva attirato sulla gentildonna fin dai suoi anni giovanili.

Ricostruendone la biografia, questo libro vuole ricordare, nella sua inquieta ricerca religiosa come nei suoi problemi quotidiani, una donna concreta, combattiva e, finché le fu possibile, gelosa tutrice della propria autonomia.

Federica Ambrosini insegna Storia della Repubblica di Venezia e Storia del Rinascimento presso l'Università di Padova. Ha pubblicato vari studi sulla storia culturale, sociale e religiosa di Venezia in età moderna; tra questi Paesi e mari ignoti. America e colonialismo europeo nella cultura veneziana (secoli XVI-XVII) (Venezia 1982) e, presso FrancoAngeli, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del '500 (Milano 1999).