Il mestiere della guerra.

Gabriella Pagliani

Il mestiere della guerra.

Dai mercenari ai manager della sicurezza

Edizione a stampa

28,50

Pagine: 288

ISBN: 9788846450449

Edizione: 1a ristampa 2004, 1a edizione 2004

Codice editore: 1460.65

Disponibilità: Limitata

Il fenomeno risale agli anni Novanta, ma solo gli specialisti ne sono a conoscenza. Si tratta delle nuove compagnie di ventura, le società private militari, Private military companies, (Pmc) che traggono il loro punto di forza da una struttura societaria articolata e complessa. Esse sono specializzate nella gestione della sicurezza e della guerra a livello mondiale, dove la statualità è in declino e il monopolio della forza in sfacelo. L'Africa è il loro terreno di coltura: Congo, Angola e Sierra Leone sono i tre case-studies analizzati nel libro, paesi ricchi di risorse minerarie ed energetiche, dove le Pmc con poche centinaia di uomini, sono intervenute in situazioni d'instabilità politico-militare.
Ma non è solo l'Africa il campo d'azione di tali armate private: negli Stati Uniti, un ruolo sempre più trainante è ricoperto dall'industria dei contractors , giganti economici a cui il Pentagono e il Dipartimento di Stato affidano i servizi militari, logistici e d' intelligence per sostenere la crescente presenza della macchina bellica americana nel mondo. Pmc e contractors rappresentano con i loro corporate warriors quindi due aspetti diversi della privatizzazione dell'uso della forza. Il libro, articolato su due piani di ricerca-studio e di attualità, tenta un'analisi sistematica e approfondita del fenomeno, ed è il frutto di lunghi soggiorni all'estero e di accurate indagini. In un mondo globalizzato che anela alla sicurezza si delinea così una nuova concezione della guerra che prefigura una parallela "privatizzazione della pace". Il tutto nell'inquietante assenza di una normativa a livello internazionale e locale che definisca e delimiti il ruolo e l'attività di questi nuovi attori nel palcoscenico mondiale.

Gabriella Pagliani dal 1975 insegna Storia dell'Africa subsahariana alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato Africa subsahariana. Strutture di potere e mutamenti politico-ideologici , Isu, 1992; Black Apartheid , Relazioni internazionali, Ispi, 1995 e Quando due elefanti lottano è l'erba che soffre. Strategie e conflitti nell'Africa subsahariana , FrancoAngeli, 2000.

Aldo Pigoli , master in Relazioni internazionali presso l'Ispi (Milano), è stato ricercatore e direttore di ricerca per il CeMiSS. Collabora con l'ISGeo (Istituto di Studi Geostrategici Geoeconomici - Roma) e con il portale online www.equilibri.net.


Acronimi
Introduzione
La fine del bipolarismo in Africa
(L'Africa e la Guerra fredda; La fine del conflitto bipolare; La nuova conflittualità; La sicurezza in Africa Subsahariana; La nuova sicurezza strategica internazionale)
Il mercenariato tradizionale
Background storico; L'Africa e i mercenari)
Il mutamento del mondo mercenario
La "questione mercenaria"; La privatizzazione del settore militare: offerta e domanda; Tipologia del mercenario)
I nuovi manager della guerra e della sicurezza
(Pmc, le società private militari; Psc, le società private della sicurezza; I contractors)
Il mercenariato artigianale
(Le Comore: il ritorno dei mercenari; Le Seychelles: la commedia degli errori)
Tre casi-paese
(Congo; Angola; Sierra Leone)
Aldo Pigoli, L'Africa subsahariana e il mutamento della pace
(Le Nazioni Unite e la prevenzione dei conflitti; Le organizzazioni regionali; Ecomog; L'assistenza militare dei paesi europei nel mantenimento della pace; Acri: la cooperazione militare statunitense; Peacekeeping e Pmc; Traffico d'armi e di diamanti e le Pmc)
Il controllo delle attività mercenarie
(L'evoluzione della disciplina dell'attività mercenaria; Le Convenzioni internazionali; Il ruolo del Relatore speciale sui mercenari DELLE Nazioni Unite; Legislazioni nazionali sull'utilizzo dei mercenari; Una possibile regolamentazione delle Pmc: l'iniziativa britannica; Rischi e opportunità dell'utilizzo delle Pmc)
Conclusioni

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