Nel 2000 il tasso di disoccupazione veneto è risultato del 3,7%, quello degli Stati Uniti ha toccato il 4%: sta qui, in questi numeri, la sintesi di una condizione del mercato del lavoro regionale che ormai, senza alcuna remora, si può definire di piena occupazione. Come poche altre aree al mondo possono vantare. Piena occupazione, inoltre, accompagnata da un reddito pro capite superiore di circa il 20% a quello medio dell'Europa comunitaria.

Questo contesto è una vera provocazione per le politiche, costrette a guardare da vicino i problemi generati, paradossalmente, dal successo insito nella piena occupazione e dalla conseguente accelerazione nel mutamento strutturale. Qualità della formazione (migliorabile), reperimento di manodopera (difficile), dimensioni della mobilità (forse troppa), intreccio tra tempi di lavoro e tempi di vita (si può sperimentare molto), sono alcuni dei temi essenziali per politiche adeguate a una fase che certo esalta le opportunità per gli individui ma può anche far emergere maggiormente le delusioni e l'inadeguatezza, quasi colpevolizzando chi si trova in difficoltà.

Il Rapporto tenta, come negli anni passati, di leggere nell'attualità le direzioni del cambiamento e di resocontare il difficile, nuovo passaggio per il policy maker , aiutato ma anche sfidato dai risultati ottenuti dal mercato.