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Il Mondo di Amendola e Cianca e il crollo delle istituzioni liberali (1922-1926)

Antonio Sarubbi

Il Mondo di Amendola e Cianca e il crollo delle istituzioni liberali (1922-1926)

Edizione a stampa

34,50

Pagine: 320

ISBN: 9788846405142

Edizione: 1a edizione 1998

Codice editore: 171.17

Disponibilità: Nulla

L'esame del "Mondo" di Amendola e Cianca, consente di seguire giorno per giorno dalla sua palestra e dal suo osservatorio molti aspetti del primo dopoguerra, dalla crisi dello Stato liberale al successo del fascismo, dalle trasformazioni al crollo delle istituzioni liberali. All'interno dello schieramento liberale e democratico esso fornisce la più chiara testimonianza del tentativo di ridiscutere le fasi della vita politica dopo il fallimento riformistico e il prevalere della linea rivoluzionaria socialista di conquista dello Stato, e rappresenta l'ultima trincea in difesa della democrazia, dello Stato contro il fascismo, chiaramente avviato a costruire un regime.

Da una posizione di attesa, fondata sull'inesistenza di valide alternative ai primi del 1923, ad un atteggiamento di più chiara opposizione, dopo la presentazione del progetto di legge Acerbo i radicali, i democratici e per ultimi i liberali, finirono per investire il fascismo non più con critiche formali ma con attacchi sostanziali e coscienti. Il "Mondo" fu il giornale di tutte queste forze: così al tempo della crisi Matteotti rappresentò un punto di raccolta dell'opinione pubblica più valida, e con l'Aventino Amendola, che ne fu l'ispiratore, diventò un simbolo, uno dei protagonisti della scena politica, vero antagonista di Mussolini.

Il mancato esame del senso della svolta del gennaio 1925, la persistenza degli esponenti liberali su posizioni legalitarie costituiscono però, accanto alla insufficienza delle analisi delle cause della fine dello Stato liberale, motivi chiari del fallimento della strategia politica dei democratici.

Il "Mondo", quale espressione di un gruppo politico, attraverso i suoi redattori e i suoi collaboratori, finì così per restare la più chiara testimonianza di avvenimenti e di anni che furono tra i più difficili della storia d'Italia dopo l'Unità .Nei suoi cinque anni di vita, infatti, questo quotidiano "liberal-democratico" seppe entrare nel vivo della battaglia antifascista per contrastare la conquista del potere, ponendosi l'obiettivo di una "nuova democrazia" capace di contrapporsi al regime, e proponendo nuove soluzioni rivolte a rinnovare profondamente le strutture statali.

Antonio Sarubbi è professore di Storia delle dottrine politiche nella facoltà di Scienze politiche dell'Università «Federico II» di Napoli. Ha insegnato, in precedenza, Storia delle istituzioni politiche e, dal 1996, insegna anche Sistema politico italiano. Tra le sue opere: Chiesa e Stato comunale nel pensiero di Remigio de' Girolami, Napoli, Morano, 1971; Curia Romana e Regno di Napoli. Il pensiero politico e giuridico di Gian Vincenzo Gravina e le lettere inedite al cardinale Pignatelli, Napoli, Guida, 1972; Il "Mondo" di Amendola e Cianca e il crollo delle istituzioni liberali, 1922-1926, Milano, Angeli, 1986 (seconda edizione riveduta ed ampliata 1997); Manuale di storia delle dottrine politiche, Torino, Giappichelli, 1991 (seconda edizione riveduta ed ampliata 1997); Teorie politiche contemporanee, Torino, Giappichelli, 1977; La politica in Gianvincenzo Gravina con le relazioni inedite su Curia Romana e Regno di Napoli, Cosenza, Brenner, 1997; Cultura politica e sistema istituzionale in Italia, Milano, Dunod, 1997.

Antifascismo, democrazia e Stato nel pensiero di Giovanni Amendola e degli scrittori del Mondo (Amendola e il rinnovamento delle idee liberali; Amendola e l'opposizione all'ideologia fascista; Le teorie per la costituzione di uno Stato nuovo; La democrazia contro il fascismo e la battaglia condotta sulle colonne del Mondo; L'organizzazione delle forze liberali per una battaglia ideale)
Dalla crisi del governo Bonomi alla marcia su Roma (Un nuovo giornale liberale in una fase difficile della vita del paese; La linea culturale e politica; Scetticismo per il ministero Facta; Lo sfaldamento del gruppo demo-liberale e la ripresa dello squadrismo; Lo «sciopero legalitario» e la polemica con i riformisti e i falsi liberali; Le insidie alla democrazia e l'esautoramento della vecchia classe dirigente liberale)
Verso l'opposizione costituzionale (Tra diffidenze e preoccupazioni; Prime resistenze all'estorsione del consenso e all'uso della forza; I termini dell'opposizione liberale; Contro una politica estera pendolare; Revisionismo e dissidentismo fascista)
La lotta elettorale e l'Aventino (La ricerca delle alleanze e le violenze pre-elettorali; Il declino Matteotti e la individuazione degli esecutori e mandanti; L'opposizione al fascismo nel Mezzogiorno e l'attività organizzativa e politica dell'Unione meridionale)
L'ultima prova di forza (Le misure contro la stampa e la controffensiva fascista; Una violenta campagna di stampa e una frenetica organizzazione politica; Tra illusioni, ripensamenti, attese e intemperanze)
Una battaglia ideale (L'organizzazione del consenso dopo la fascistizzazione integrale e il manifesto degli intellettuali; La difesa dell'Aventino; Tra violenze, attentati e repressioni; Contro la legislazione fascista; La lenta agonia).


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