I "Santi" di Bocchigliero

Giovanni Sole

I "Santi" di Bocchigliero

Storia di un movimento ereticale contadino

Edizione a stampa

29,50

Pagine: 184

ISBN: 9788820465087

Edizione: 1a edizione 1990

Codice editore: 2000.543

Disponibilità: Fuori catalogo

La spedizione garibaldina del 1860 fu seguita da diversi avvenimenti naturali, politici e umani i quali turbarono gli strati più profondi della coscienza individuale e collettiva, denudarono gli uomini dalle stratificazioni accumulatesi nel corso dei secoli, fecero venir meno quegli strumenti culturali tradizionale che permettevano di sopravvivere anche in situazioni di angoscia esistenziale profonda, ruppero gli equilibri che avevano regolato la vita delle popolazioni. I drammatici fatti, minacciando la ciclicità del tempo e i confini spaziali pazientemente costruiti, provocarono crisi di identità e insicurezze, spinsero i "Santi" di Bocchigliero a trovare conforto nella religione e soprattutto nel meraviglioso e nel soprannaturale, nella speranza cioè che alcuni miracoli avrebbero potuto sconfiggere quel tempo ostile e favorire il ritorno ad una età mitica, millenaria.

I "Santi" sembrano apparentemente procedere senza regole prestabilite, affidarsi unicamente alla propria inventiva, ma in realtà si richiamavano a riti e miti antichi, a culture che erano sopravvissute nella comunità e che avevano trovato complicità nella stessa Chiesa.

La lettura storico-antropoIogica e l'analisi del breve-lungo periodo proposte dall'autore sono sicuramente un tentativo originale per la comprensione e lo studio dei movimenti millenaristi.

Giovanni Sole (Cosenza, 1953) lavora presso l'università della Calabria. Da tempo si occupa della mentalità e dei comportamenti delle classi sociali nel Sud in epoca moderna e contemporanea. Fra i suoi contributi "Colera e rivolte" (Classe 1981); <

1. I Santi di Bocchigliero
2. La rivolta dei massari
3. Anni di grandi accadimenti
4. Memoria collettiva e miracoli
5. I santi crociferi
6. Accucchiamu villicu e villicu pp'è scattare lu malu nimicu
Conclusioni


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