Tra i vari testi autoelogiativi che i "maestri" contemporanei si fanno scrivere, questo libro su Poelzig ci appare quasi pudico; e maggiormente questo pudore ci colpisce se si pensa alla crudele sproporzione esistente tra la qualità di Poelzig e la modestia di molta architettura contemporanea.

Julius Posener al quale si debbono molti interessanti saggi sull'architettura tedesca tra le due guerre, ha raccolto con passione queste testimonianze critiche sii Poelzig senza voler coprire certe screpolature dell'opera di Poelzig che oggi ci appaiono con maggior evidenza. "Il grande uomo è una disgrazia pubblica" diceva Thomas Mann nel suo "Lotte a Weimar"; questo libro ci racconta la complessa vicenda di una di queste ormai rare disgrazie.

Hans Poelzig nacque a Berlino nel 1869. Nel 1889 fu chiamato a ricoprire la carica di costruttore governativo ai Ministero prussiano dei Lavori Pubblici e poco dopo, nel 1900, fu nominato professore di stilistica alla Scuola d'Arte di Breslavia. Diventato direttore nel 1903 trasformò la scuola nell'."Accademia d'arti e mestieri".. E' di questo periodo la famosa Torre dell'acqua e l'industria chimica a Luban (1911).

Nel 1916, chiamato a Dresda come consigliere all' urbanistica, progettò il Municipio, la caserma dei vigili del fuoco e la Casa dell'amicizia di Costantinopoli; riuscì però a realizzare solo la Centrale del Gas. Nel 1919 Max Reinhardt, gli commissionò la trasformazione dell'ex circa Schumann di Berlino in un teatro del cinquemila. Nello stesso tempo il Ministero prussiano gli offrì uno studio di architettura a Berlino presso la Scuola superiore di arti figurative. Diventato direttore del Werkbund nel 1919. ormai famoso per la sua Grosse Schauspielhaus, Poelzig realizzò dopo il 1925 le sue grandi costruzioni: al Palazzo della Farben a Francoforte, la Casa della Radio e la Fiera di Berlino.

Come Schinkel si occupò anche di scenografia: Don Giovanni, Amleto e il film Golem di Paul Wegener. Polzig morì nel 1936. Suo figlio Jochen tenne un discorso, Paul Hindemith suonò e al cimitero parlò Paul Wegener.