Gregorio Leti (Milano 1630-Amsterdam 1701) fu uno dei pochi scrittori politici italiani della seconda metà del Seicento che, pur non spiccando per salda costruzione dottrinale, raggiunse una fama europea. La sua vastissima produzione, infatti, ebbe una diffusione incredibile in tutta Europa e la sua popolarità rimase viva sino a Settecento inoltrato.

Occasione di questo saggio è stato il ritrovamento delle lettere autografe del Leti a Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours e al segretario di Stato sabaudo marchese Carron di San Tommaso. Tale ritrovamento ha spinto l'autore a ricostruire e ripercorrere anche i rapporti epistolari del Leti con Francesco Il d'Este duca di Modena e Ranuccio Il Farnese duca di Parma, e gli ha consentito, fra l'altro, di reinterpretare taluni aspetti della corrispondenza con il Magliabechi.

La nuova documentazione conferma e accentua il cliché di un Leti "avventuriero della penna", appellativo che la critica da tempo ha accompagnato al suo nome. Infatti il volume, nelle tre parti in cui è articolato, ricostruisce con rigore critico i momenti cruciali della vicenda biografica del Leti e ne documenta il comportamento spregiudicato e truffaldino nei confronti dei potenti protettori, Madama Reale di Savoia e Cosimo III de' Medici.

Grazie ad un minuzioso raffronto delle lettere manoscritte con quelle edite dallo stesso Leti, quelle da lui indirizzate ad Antonio Magliabechi, e i documenti degli Archivi di Ginevra e di Torino, è possibile evidenziare definitivamente in Leti una totale mancanza di scrupoli, nonché varie spudorate menzogne abilmente diffuse, numerosi tentativi di estorsioni, doppio gioco sfrontato verso i Savoia e i Medici, clamorose falsificazioni nell'epistolario.

Da queste lettere, inoltre, emergono preziose notizie e spunti per una ricostruzione dei rapporti politici tra la Repubblica di Ginevra e il ducato sabaudo nella seconda metà del Seicento e inediti episodi della storia delle relazioni diplomatiche tra il ducato e l'Inghilterra, da cui traspare il raffinato e minuzioso cerimoniale che regolava la vita delle corti.

Franco Barcia è professore associato di storia del pensiero politico medioevale presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università di Torino. Su Gregorio Leti ha già pubblicato la Bibliografia delle opere (Milano, Angeli, 1981) e Un politico della età barocca: Gregorio Leti (Milano, Angeli,1983).