Mentre il mondo dell'industria ha mutato di pelle procedendo a innovazioni profonde, l'amministrazione pubblica è rimasta quasi ferma a regole e comportamenti secolari.

Nel desolante immobilismo e nella piatta apatia in cui giacciono il sistema amministrativo e i suoi servizi per l'irresponsabile disinteresse di chi dovrebbe porre mano e riparo al degrado crescente, è il sindacato a richiamare l'attenzione sui costi e le pesanti conseguenze dell'attuale stato di cose.

Conseguenze che riguardano le violazioni più o meno gravi, ma ugualmente intollerabili, dei propri diritti fondamentali che incontra quotidianamente chi ha a che fare con un ufficio, una Usl, un servizio giudiziario.

Costi che sui bilanci industriali e le imprese di servizi gravano ogni anno con una spesa calcolata almeno nell'otto per cento.

Nel silenzio della politica, è il sindacato a contrastare quella che è stata definita "l'incultura generalizzata dei servizi" e a lanciare al Governo una sfida: la proposta di avviare una fase sperimentale incentrata sul varo di progetti-pilota di produttività almeno in alcuni settori tra i più significativi (fisco, catasto, previdenza sociale pubblica e privata, ecc.).

E la Finanziaria 1988, dopo aver riconosciuto le finalità e il valore della proposta, ha istituito un fondo di 150 miliardi in tre anni per il finanziamento dei progetti.

Poi, a conferma dell'interesse suscitato dall'iniziativa, la legge n. 554/'88 ha incrementato l'investimento con altri 150 miliardi, limitatamente ai territori meridionali. Infine, è la Finanziaria 1991 a prevedere l'ulteriore stanziamento di 75 miliardi da destinare alle sperimentazioni per il triennio '91-193. A tre anni dalla Finanziaria dell'11 marzo 1988, che ne è dei progetti? Quanti ne sono stati approvati? Qual' è la ragnatela di procedimenti, pareri, controlli, concerti nella quale le proposte restano invischiate?

Quale la strada per uscire dal labirinto?

Quanti miliardi hanno fatto già risparmiare i primi progetti-pilota avviati al catasto e al distretto della Corte d'appello di Milano?