Quale sarà l'impatto sulle città e sul territorio delle trasformazioni incombenti, la rivoluzione tecnologica, la crisi economica, la transizione sociale, la ricerca dell'identità orbene? E. in particolare, come queste trasformazioni si confronteranno con l'assetto territoriale di una regione come I' Emilia-Romagna, che da venti anni pratica diffusamente un'urbanistica riformistica, avendo contemporaneamente raggiunto significativi risultati economici e sociali? Il libro, che tenta una risposta a questi interrogativi, nasce da una ricerca commissionata ad un gruppo di studiosi e ricercatori quale premessa al futuro piano territoriale dell'Emilia-Romagna. La tesi che scaturisce dalla ricerca rifiuta tanto le soluzioni tendenti a ripristinare antichi squilibri o a produrne di nuovi, quanto la rinuncia alle specificità di ogni città, metropoli o regione. l'alternativa suggerita per l'Emilia - Romagna è la formazione di una metropoli policentrica regionale - immaginata in una riorganizzazione policentrica di tutto il paese -, capace di qualificare la socialità e i sistemi urbani insieme alla struttura produttiva, applicando a questa e a quelli quel processo di adeguamento tecnologico che oggi sembra investire soltanto il settore industriale. Di fronte a concrete strategie di decollo tecnologico concepite per poche metropoli d'avanguardia, la tesi del libro preferisce un progetto più "ambizioso ed impervio", capace di investire le cento città e l'intera nazione, concludendo paradossalmente che è "meglio I' Utopia del MITO".

Giuseppe Campos Venuti è nato nel 1926 a Roma, dove si è laureato in architettura. Vive a Bologna, dove è stato per 15 anni pubblico amministratore in Comune e poi in Regione. Professore ordinario di urbanistica alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano. E' stato consulente di significativi piani urbanistici: da Modena a Reggio Emilia, da Ancona a Padova, dalla Spezia a Pavia. Attualmente lavora per i piani di Roma, Napoli, Firenze e per il piano di Madrid. Ha scritto numerosi libri, fra i quali "Amministrare l'urbanistica", "Urbanistica incostituzionale" e "Urbanistica e austerità",