Il pensiero teorico-pratico di Bloch è costruito intorno ad un nucleo centrale: la nozione dell'oscurità dell'attimo vissuto.

In essa sta il focus del materialismo utopico blochiano, caratterizzato da una ripresa critica del pensiero marxiano che ne evidenze e colma le lacune pur senza disperderne la forza critica liberatoria. I contributi contenuti nel presente volume si propongono appunto di comprendere tale nozione, apparentemente lontana dall'immediatezza dell'agire politico e tuttavia, secondo Bloch, ad esso strettamente pertinente. L'oscurità dell'attimo vissuto è infatti il germe che Bloch fedelmente sviluppa a partire dalla sua prima opera, il "Geist der Utopie", fino all'ultima, l"'Experimentum mundi".

Al suo interno Bloch mantiene indissolubilmente unita al presente la sua ontologia dev'essere che ancora non è e di cui il soggetto umano non è ancora conscio, l'ontologia dell'essere incompiuto nel presente. Tale ontologia conosce il suo punto decisivo nell'attimo che cela nella sua oscurità il potenziale dell'intera storia, la cui limitatezza sta solo nei condizionamenti determinati dal Nunc. L'interesse teorico-pratico dì Bloch per l'ontologia incrocia qui la critica e l'azione politica circa il presente. Nel centenario della nascita di Bloch è sembrato quindi utile riprendere il cammino blochiano fin dall'inizio, da quella scoperta iniziale che resta il nodo centrale del suo pensiero e della sua istanza critica nei confronti del marxismo: non si può abolire il proletariato se non si realizza la filosofia. Le implicazioni politiche del marxismo blochiano non possono giungere a chiarezza mobilitante se non vengono colte nella loro matrice prima, nel problema dell'oscurità dell'attimo vissuto.