Antropologia e storia cognitiva.

Giorgio Fabretti

Antropologia e storia cognitiva.

Con il caso della Viterbo città papale tra il 1251 e il 1282

Edizione a stampa

36,50

Pagine: 352

ISBN: 9788846468970

Edizione: 1a edizione 2005

Codice editore: 262.9

Disponibilità: Nulla

Un antropologo cognitivo cerca alcune radici del pensiero occidentale. Le trova nella Biblioteca Vaticana, dove scopre un antico codice manoscritto con la prima versione in latino delle opere di Archimede, tradotte nel 1269 a Viterbo per San Tommaso e per il pontefice Giovanni XXI, protagonisti, insieme a tanti altri intellettuali coevi, di uno straordinario quanto poco conosciuto ‘ateneo’ medievale, nella Viterbo sede papale tra il 1257 e il 1282. È una testimonianza del ritorno nella cultura occidentale di complessi teoremi geometrici dimenticati per secoli, e finiti nelle grandi biblioteche islamiche dell’alto medioevo.
Archimede rappresenta un passaggio logico di elaborazione e saturazione del piano bidimensionale cognitivo, premessa al seguente Rinascimento e sviluppo mercantilistico, da cui emerge la logica capitalistica con cui funziona la mente dell’uomo in via di globalizzazione e informatizzazione. Ne è seguito questo volume su ‘logica, cultura e storia’, che parte dai modelli più avanzati della fisica teorica per dedurre - come nel ‘Nuncius sidereus’ galileiano - l’ordine che ‘le cose della logica’ impongono selettivamente alla creatività della natura e della mente. È un ampio affresco ‘astratto’ della storia e delle sue mentalità, che le avvicina al cosmo e alla creazione: una lettura per chiunque voglia aggiornarsi sui modi di approfondire la propria storia e radici nell’era dei computer.
“Il cognitivismo in antropologia e storia è una novità, ancorpiù se studia fasi storiche italiane come applicazioni di software mentali darwinianamente evolutivi. Una revisione di Marx e Weber alla luce dell’informatica. Un ‘nuovo-antico’ tra San Tommaso e le n-dimensioni” (Paolo De Nardis)

Giorgio Fabretti
, antropologo e storico cognitivo, trent’anni tra etnie e guerre lontane, tradizioni e transizioni, è stato prolifico autore di radio, tv, rapporti e saggi, tra cui i recenti Logica geopolitica: fatti e versioni (2000), Il valore riproduttivo del salario (2002), Logiche dimensionali (2004). Insegna Antropologia Sociale nell’Università di Roma “La Sapienza”.


Paolo De Nardis, Prefazione
Introduzione
Parte I. Dal caso ‘universo relazionale’ al caso ‘logiche dimensionali’
(Il videogioco è il nuovo ‘mappamondo’ dei nostri figli; Sidereus nuncius: l’annuncio dalle stelle; La selezione culturale è anch’essa ‘darwiniana’; Le teorie fisiche ‘in-formano’ di modelli i beni culturali; Sistemica, cognitività, interpretazionismo; Scienza più che energia, logica più che casualità; La culturologia e l’ambiente digitale; La logica diviene storicamente senso di realtà; Le ‘cose della logica’ fondano la ‘logica delle cose’; Le logiche dimensionali come cultura cognitiva; Intermediazione e scientificità nei modelli culturali; Esperimenti mentali sulle n-dimensioni; La logica come bussola oltre la quarta dimensione; Le logiche dimensionali come oggetto di congetture; La logica unidimensionale; La logica bidimensionale; La logica tridimensionale; La logica quadridimensionale e la ‘con-temporaneità’; L’io individuale caratterizza la quarta dimensione; Storia, classi, libertà: ‘effetti’ emergenti e gerarchici; XX secolo: alfabetizzazione, governo logico, natura; Postmodernità come spunti di logica pentadimensionale; Darwin all’opera sulle ‘libere scelte’ nella storia; Appendice. La formazione del ‘DNA’ culturale; Conclusioni della prima parte; Bibliografia su intelligenza artificiale e DNA bio e culturale; Bibliografia sugli studi cognitivi)
Parte II. Dal caso ‘principio antropico’ al caso ‘logica capitalistica’
(L’uomo tra versione antropica e visione di sistema; Teoria dell’informazione e selezione darwiniana; La logica come soggetto, anima ‘a contorno’; Il principio antropico e la storia cognitiva; I modelli antropologici e la storia cognitiva; Scienza e storia tornano ad appartenere alla logica; La storia come natura nel tempo; Logica, cultura e tempo nella cognitività medievale; Paolo, Roma, il cristianesimo e la barbarie; Lo spirito barbaro tra uni e bidimensionalità; Gli aspetti dinamici del modello medievale; Fenomeni oscillatori nella storia cognitiva; Isoformismo, modelli, ‘binario’ soggetto/oggetto; Romano ‘interpersonale’ e barbaro ‘intrapersonale’; Il pendolo della storia: dal Medioevo al capitalismo; Verso un Medioevo prossimo venturo; L’evoluzione dei modelli capitalistici; Lo schema della logica capitalistica; Dal capitalismo classico al capitalismo sociale; L’internazionalizzazione del consumo capitalistico; Lo scambio ineguale dei prodotti simbolici; Il capitalismo virtuale come ‘nuova frontiera’; Valore d’uso: tempo astratto e qualità delle merci; Il locale di tipo ‘globale’; Conclusioni della seconda parte; Bibliografia)
Parte III, Dal caso del ‘romano-barbarico’ al caso ‘Viterbo sede papale’ tra 1251 e 1282
(Viterbo ‘piccola Atene’ del Medioevo romanico; Il superamento di economia curtense e feudalismo; La storia di Viterbo necessita le ‘congetture’ di frate Annio; Elementi longobardi nel ‘meticciato’ della Tuscia; Lo spazio storico nella mente dei viterbesi; Da ‘castrum’ longobardo a ‘porto di terra’ su Via Francigena; La dialettica romano-barbarica verso la ‘terra come fatto’; Elementi di unicità e straordinarietà di Viterbo; Il buongoverno dei Comuni: spartizioni e ‘protezioni’; Tommaso d’Aquino e la fase bidimensionale dinamica; Il quadrato vitruviano: medievale o rinascimentale?; Le case ‘piatte’ e la ‘sacralità’ della terza dimensione; Presenze di pensiero intorno alla corte papale viterbese; Il modello viterbese e i suoi monumenti duecenteschi; La viterbesità verso la contemporaneità; Pensare un videogioco interattivo su Viterbo; L’ambiente virtuale come ambiente sperimentale; Il quartiere medievale di San Pellegrino a Viterbo; La libertà ‘intrapersonale’nel Medioevo; Diacronia e sincronia: bi/tridimensionalità, ‘dura lex’, Chiesa; Il valore ‘romanico’ viterbese del ‘fatto compiuto’; Viterbo duecentesca tra interpretazionismo e logica; Ontogenesi e filogenesi nel bambino viterbese; L’internazionalizzazione dei valori ‘romanici’ nel viterbese; Trasmissione di modelli con l’igiene del neonato; Contesto e limiti della cultura comunale a Viterbo; Oscillazione e superamento del modello ‘campanilistico’; Il modello viterbese incrocia il modello pre-capitalistico; Il ‘protezionismo’ fondiario: “La terra non può essere rubata”; Euristicità e congetture in ambienti archeologici virtuali; Etnostoria: greci, romani, cristiani, barbari, indiani ed altri; L’angoscia greco-romana e il rimedio cristiano-barbarico; Anno zero come inizio della logica medievale; Viterbo nel ‘meticciato’ tra romani e barbari nel Medioevo; La miscela culturale della Tuscia; L’individualismo medievale a Viterbo; L’assenza del modello classico nelle architetture viterbesi; Il palazzo duecentesco degli Alessandri a Viterbo; Dallo statuto del 1251 all’abbandono papale del 1282; Conclusioni della terza parte; Bibliografia)
Parte IV. Demoetnoantropologia dei beni culturali
(Demoetnoantropologia, cultura e beni culturali; Aspetti teorici della demoetnoantropologia)
Conclusioni

Contributi: Paolo De Nardis

Collana: Confini sociologici

Argomenti: Storia sociale e demografica - Antropologia

Livello: Studi, ricerche

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