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Accabadora.

Franco Laner

Accabadora.

Tecnologia delle costruzioni nuragiche

Edizione a stampa

21,50

Pagine: 104

ISBN: 9788846416308

Edizione: 2a ristampa 2010, 3a edizione 2001

Codice editore: 80.26

Disponibilità: Esaurito

Accabadora è parola attualmente quasi sconosciuta in Sardegna, significa accoppatrice, finitrice. Compito delle accabadoras era dunque di donare la buona morte agli individui soggetti a lunga e dolorosa agonia. Eutanasia dunque. Eutanasia, in questo caso di molte, troppe, teorie sulle costruzioni nuragiche che nonostante la loro inconsistenza logica, storica e soprattutto costruttiva, non muoiono.

Il libro si occupa essenzialmente della costruzione dei nuraghi, pozzi e fonti, tombe di giganti... Ma è possibile occuparsi di atti tecnici senza conoscere gli atti mentali che li hanno provocati? È possibile distinguere il risultato di una pietra sopra un'altra pietra dal pensiero che le ha poste in opera?

Una cultura si esprime anche attraverso il suo ambiente costruito, così come dall'ambiente costruito si può risalire alla cultura che lo ha espresso anche se non è ora facile far parlare le pietre.

Le varie interpretazioni che le pietre dei monumenti nuragici hanno finora suggerito sono assai modeste, a cominciare dalle teorie che assegnano ai nuraghi - nonostante la risibilità degli assunti - funzione militare, provocando a catena distorsioni e fuorvianze, mortificando non solo nuovi studi e acquisizioni, ma soprattutto la stessa cultura storica sarda.

Accabadora soprattutto di ciò che non è sostenibile sul piano costruttivo, sulle tecniche e concezioni delle strutture, dove si perpetuano luoghi comuni e affermazioni acritiche, proprie di chi non ha il senso del grave e non percepisce l'incessante lotta e i contrasti artificialmente apposti affinché le pietre non tornino a terra.

Nelle costruzioni nuragiche sono congelate tecnologie costruttive assai raffinate, nonostante la rozzezza del materiale, che, disvelate, ci fanno apparire il Nuragico come un gigante.

Insomma troppe cose non convincono. È necessario ricominciare su altre basi. La prima è sicuramente quella di allargare il recinto degli scavi agli studiosi di altre discipline, non solo a parole o per atteggiamento. Il recinto degli scavi dovrebbe diventare il crocevia delle discipline della natura e dello spirito. Dovrebbero, in esso, trovar sintesi il pensiero e la materia.

Solo così il mondo nuragico ci potrà, verosimilmente, appartenere.

Franco Laner , docente di Tecnologia dell'architettura presso l'Istituto universitario di architettura di Venezia. La sua attività professionale si sviluppa principalmente nell'ambito della sperimentazione e controllo della qualità dei materiali e componenti in legno, laterizio e calcestruzzo. Svolge da anni attività di consulenza per ditte produttrici di lamellare, di laterizi, di sistemi solai misti. Su questi temi ha pubblicato Il legno lamellare, il progetto (1990), Il limite della dispersione (Angeli, 1994), I solai in legno (Angeli, 1996), Murature faccia a vista, patologie e rimedi (Angeli, 1997). Fa parte del Comitato di Redazione della rivista "Costruire in laterizio" e del Comitato scientifico della rivista "L'Edilizia". È membro della SC4 dell'UNI (strutture in legno) e della SC10 (murature) e del Consiglio scientifico dell'Istituto della tecnologia del legno del CNR di S. Michele all'Adige. È direttore della rivista "Adrastea" sul progetto e la tecnologia del legno e del legno lamellare.



Accabadora, ovvero eutanasia di una inconsistente cultura archeologica dei nuraghi in Sardegna
La costruzione dei nuraghi
(Un sistema costruttivo chiamato nuraghe; Come sono stati costruiti i nuraghi?; La sacralità dell'atto costruttivo)
Costruzione e simboli
(Astrazione e materializzazione; Atti simbolici; I nuraghi e l'ordine cosmico; Archeoastronomia; Sardegna, crocevia culturale; Infine, cos'è un nuraghe?)
Archeologia e dintorni
(Conservazione e degrado; Manomissioni e distruzioni; Il degrado; Archeologia, risorsa anche economica?)
Note
(Attrito e coesione; Finestrella di scarico; Tecnemi e morfemi; Megaliti e costruzioni ciclopiche; Domus dell'Ariete; Analogie; Uomo dalle braccia alzate; Oh, che bel castello!)

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