Selettività e assistenza sociale

La necessità di mettere ordine nei conti pubblici ha comportato nell'ultimo ventennio la riabilitazione, in tutte le principali economie, del principio della selettività nella spesa per la protezione sociale. A questa tendenza non si è sottratto nemmeno il nostro paese, se si considerano i numerosi provvedimenti che, a partire dagli anni ottanta, hanno subordinato l'erogazione di alcune prestazioni al rispetto di limiti di reddito o ne hanno inasprito i criteri di accesso. Il favore accordato al principio della selettività ripropone all'attenzione degli studiosi una serie di questioni, alcune più generali, relative alla scelta tra modelli alternativi di welfare state, altre più particolari, relative alle concrete modalità di applicazione della "prova dei mezzi" (means-testing).

Il volume esamina questi temi sia da una prospettiva teorica sia con strumenti applicati. Il lavoro si apre con un inquadramento degli argomenti principali della controversia tra selettività e universalismo. Prosegue quindi con uno studio dei sistemi internazionali di spesa che fanno uno spiccato ricorso a forme di means-testing. L'analisi comparata di tali sistemi mette chiaramente in luce l'impossibilità di identificare, anche all'interno di un gruppo ristretto di paesi, un unico modello di selettività.

La seconda parte del volume è dedicata alle politiche assistenziali in Italia di cui si rimarcano, avvalendosi di un modello di microsimulazione tax-benefit, i deludenti effetti in termini di riduzione della disuguaglianza e lotta alla povertà. Si propone quindi una prima valutazione dell'efficacia della riforma dei criteri di selettività operata con l'introduzione dell'Ise, di cui si fornisce una puntuale ricostruzione normativa, con riferimento anche alle sue prime applicazioni in campo sanitario. La principale conclusione a cui giungono gli autori è che l'Ise ha una capacità selettiva decisamente superiore a quella dei means-testing precedenti, anche se risulta condizionata dal ruolo delle franchigie patrimoniali e da un possibile uso non corretto dei margini discrezionali che la legge riserva gli enti erogatori.

Stefano Toso insegna Economia pubblica nella Facoltà di Economia dell'Università di Bologna.

Massimo Baldini insegna Economia delle istituzioni nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna.

Paolo Bosi insegna Scienza delle finanze nella Facoltà di Economia dell'Università di Modena e Reggio Emilia. È socio fondatore e membro del Comitato scientifico dell'Associazione Prometeia e direttore responsabile di Politica Economica. Fa parte della Commissione tecnica per la spesa pubblica del Ministero del Tesoro e della Commissione d'indagine sull'esclusione sociale presso il Dipartimento per gli Affari Sociali.

Massimo Matteuzzi insegna Scienza delle finanze nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna.