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Quadri di sintomi.

Chiara Tartarini

Quadri di sintomi.

Immagini e scienze umane in medicina

Le medical humanities sono iconoclaste? Forse no, ma certamente si trovano più a proprio agio con la dimensione della verbalità. Il volume indaga le ragioni di queste posizioni e suggerisce alcune possibili soluzioni, non riconducibili a un generico appello alla maggiore “umanità” del medico. Un testo per specialisti (studiosi di arte e visual culture, medici) ma anche per lettori curiosi di interrogarsi sulla diffusione e sul successo mediatico delle immagini scientifiche del corpo.

Edizione a stampa

24,50

Pagine: 196

ISBN: 9788891725851

Edizione: 1a edizione 2015

Codice editore: 1210.2.9

Disponibilità: Discreta

Oggi la medicina ricorre alle immagini in maniera sempre più rilevante ma le medical humanities faticano a integrarle nei loro programmi. Accusano il bioimaging, che pure si diffonde a grande velocità al di fuori dell'ambito scientifico, di accentuare le difficoltà di relazione tra medico e paziente, lasciando ben poco spazio alla negoziazione del significato. Quando invece si avvicinano alle immagini dell'arte, o ne raccomandano l'utilizzo per favorire lo sviluppo di sentimenti empatici, assumono un approccio molto spesso non adeguato alla loro natura e alla loro retorica.
Le medical humanities sono un po' iconoclaste? Forse no, ma certamente si trovano più a proprio agio con la pervasiva dimensione della verbalità e della narrazione.
Questo libro intende osservare le cose da un'altra prospettiva. A partire da un approfondito esame della letteratura al riguardo, analizza gli elementi all'origine di queste posizioni, delinea alcuni quadri di sintomi e propone spunti di riflessione critica. Si rivolge soprattutto a studiosi di medical humanities e di visual culture ma anche, più in generale, ai lettori curiosi che si interrogano sulla popolarità delle immagini scientifiche e sulla loro capacità di agire sull'immaginario collettivo.

Chiara Tartarini è storica dell'arte e studiosa di visual culture. Docente presso l'Università di Bologna, si occupa di psicologia dell'arte e di iconografia scientifica, è membro del Centro Studi Medical Humanities dell'Università di Bologna e coordinatrice della Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici della stessa università, dove attualmente insegna Didattica museale. È autrice di diverse pubblicazioni sulla relazione arte-medicina, e in particolare del volume Anatomie fantastiche. Cinema, arti visive e iconografia medica (Clueb, Bologna 2010).


Materia non medica
(Varie umanità; Buone ragioni)
La metafora bianca
(Grandi racconti; Narrare la malattia; Fare ordine; Visioni stereoscopiche; Fatti bruti; Sms; Giocare pulito; Il batterio anti-x; So come ti senti; Arti liberali)
Leggere le figure
(Iconofobia; Fantasmi di senso; Nuove verità; Immagini filosofiche; Lasciare una traccia; Specchietti retrovisori; Trappole per lo sguardo; Disperazioni visive; Storie di corpi; Senza parole)
I rischi dell'esoftalmo
(Chiama il dottore; Dubbi positivi; Ombre della sera; L'ombelico di Adamo; Sussulti del cuore; Altre metafore; Aguzzare la vista; Il ritorno del rimosso; Corpi estranei; Per partito preso)
Trust me, I'm a doctor
(Nuovi arredi; La borsa del dottore; Ingiunzioni narrative; Altre storie)
Ringraziamenti
Bibliografia.

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