Nell'officina di Warburg

Le immagini della memoria architettonica, oggetto di questo libro, sono qui intese come espressione del pensiero architettonico e come materiale fondamentale per la costruzione del progetto di architettura. Il manufatto architettonico è studiato come un'architettura fatta di architetture, composta per immagini architettoniche preesistenti il cui uso comporta ogni volta una manipolazione di scala, di senso, un montaggio compositivo la cui definizione rappresenta il momento inaugurale del progetto. Un progetto che, costruito nella griglia delle immagini della memoria architettonica, si mostra come una forma del pensiero che procede passando alternativamente dalla parola all'immagine, dal problema alla sua rappresentazione; un pensiero che si appoggia alle immagini e alla loro capacità di movimento, di variazione, di connessione, di ritorno tra presenza e assenza, nel procedere nel tempo e nello spazio.
Il libro è strutturato in tre parti. La prima parte analizza il rapporto che intercorre e si instaura tra il progetto e la memoria, ragionando attorno al problema scientifico della ripetizione, della sopravvivenza delle immagini e delle tecniche compositive che entrano in gioco nel progetto di architettura. La seconda parte sviluppa il problema della trasmissione delle immagini e dei percorsi della memoria nel progetto di architettura, avvalendosi del metodo introdotto da Aby Warburg e in particolare basandosi sulla metodologia definita in Mnemosyne . La lezione di Warburg ha fornito a questo studio una via di accesso per orientarsi negli intricati percorsi della memoria e un criterio metodologico per rintracciare i lineamenti teorici di una "macchina di memoria". Nella terza parte è stato analizzato il Tempio Malatestiano di Leon Battista Alberti come oggetto architettonico costituito da immagini che l'artefice ha tratto dal serbatoio della memoria. Dall'analisi e dalla lettura della fabbrica riminese si è tentato di dimostrare come la composizione di un edificio sia la summa di un montaggio di singole figure architettoniche e come l'insieme delle rappresentazioni parziali di un edificio intervengano nella composizione.

Marcella Graffione , architetto e dottore di ricerca in Architettura e Progettazione edilizia, è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino. Insegna presso la I Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.