All'inizio dell'800 tutta la regione dei laghi ove oggi si trova Chicago era ricoperta da foreste, il cui legname avrebbe fornito la materia prima per la costruzione della città. Questa è poi cresciuta ad un ritmo vertiginoso, moltiplicando all'infinito la lottizzazione a scacchiera, scommettendo sul futuro senza avere un passato. Dopo l'incendio del 1871 lo sviluppo prosegue con maggior vigore; la tipologia del palazzo alto per uffici viene precisata dalla ricerca degli architetti della Scuola di Chicago, che definisce un linguaggio moderno coniugando le esigenze di mercato e la qualità della composizione.

La struttura reticolare della città si rivela capace di accogliere tipi edilizi marcatamente diversi, dai grattacieli alle case monofamiliari in legno, ai capolavori di Frank Lloyd Wright.

Il degrado ambientale provocato dallo sviluppo incontrollato ha spinto, negli anni a cavallo del '900, la classe dirigente e gli architetti di Chicago a cercare gli strumenti per una migliore qualità dell'ambiente urbano, ottimizzando le dotazioni tecniche della città, cercando un'architettura aulica, espressione di una bellezza condivisa, e realizzando un piano di scala territoriale capace di ordinare lo sviluppo.

Giovanni Denti insegna Composizione architettonica e urbana al Politecnico di Milano e coordina i seminari Misure e scale della Großstadt contemporanea presso il Dipartimento di Architettura e Pianificazione. Fra le sue pubblicazioni si segnalano: Chicago 1871-1922 , Firenze, 1986; Chicago, tipicità di un paesaggio urbano, "Territorio" n. 21/2002; Adolf Loos. Opera Completa , Roma, 1997; Milano. L'ambiente, il territorio, la città , Firenze, 2000.