L'Italia e l'Islam non arabo

Negli ultimi anni, in Italia, la complessa realtà islamica contemporanea è stata ampiamente analizzata da una vasta letteratura, che ha dedicato particolare attenzione alle dinamiche del cosiddetto radicalismo islamico. Numerose sono state le ricerche commissionate dal Centro Militare di Studi Strategici per approfondire le possibili sfide che la crescente politicizzazione dell'islam poteva porre al nostro paese, secondo l'abusato concetto di "interesse nazionale".

Perché allora un'altra riflessione su "Radicalismo islamico e interesse nazionale"? Quanto si è cercato di fare in questa sede non è stata la riproposizione di un'analisi sull'esistenza o meno di rischi/minacce dalla sponda sud del Mediterraneo; si è cercato al contrario di porre il problema del concetto stesso di "interesse nazionale", e della sua applicabilità a un fenomeno così differenziato al suo interno e dalle concause così variegate come l'attuale fenomeno dell'attivismo islamico, soffermandosi su delle aree geografiche - islamiche non arabe - generalmente meno indagate da questo tipo di ricerche: la repubblica islamica dell'Iran e la Turchia.

Il Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS) è l'organismo che gestisce, nell'ambito e per conto del Ministero della Difesa, la ricerca su temi di carattere strategico. Fondato nel 1987 con Decreto del Ministro della Difesa, il CeMiSS svolge la propria opera avvalendosi di esperti civili e militari, italiani ed esteri.

Gianluca Pastori , dottorando di ricerca in Storia e Istituzioni dell'Asia e dell'Africa moderna e contemporanea, presso l'Università di Cagliari, ha collaborato a diverse ricerche CeMiSS.

Riccardo Redaelli , ricercatore di "Storia e istituzioni del mondo musulmano" presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Si occupa da anni di tematiche storico-politiche del Medio Asiatico.