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Intellettuali dittatura razzismo di Stato

Giovanni Rota

Intellettuali dittatura razzismo di Stato

Quale atteggiamento hanno avuto gli intellettuali nei confronti del razzismo di stato novecentesco? E quanta consapevolezza di quanto accadeva? I saggi qui raccolti intendono contribuire a rispondere a questi quesiti, ripercorrendo le significative vicende di alcuni filosofi e intellettuali, nel contesto dei regimi totalitari e razzisti: Giovanni Gentile, Julius Evola, Giorgio Levi Della Vida, Adriano Tilgher, Jean Améry.

Edizione a stampa

23,00

Pagine: 200

ISBN: 9788856802597

Edizione: 1a ristampa 2018, 1a edizione 2008

Codice editore: 230.92

Disponibilità: Discreta

Pagine: 200

ISBN: 9788856820942

Edizione:1a edizione 2008

Codice editore: 230.92

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Quale atteggiamento hanno avuto gli intellettuali nei confronti del razzismo di Stato novecentesco? Che consapevolezza hanno avuto di quanto accadeva?
I cinque saggi qui raccolti intendono contribuire a rispondere a questi quesiti ripercorrendo le significative vicende di alcuni filosofi e intellettuali nel contesto dei regimi totalitari e razzisti. La figura di Giovanni Gentile viene così considerata tenendo conto in particolare della legislazione del 1938, un passaggio decisivo nella storia del fascismo, che però non venne riconosciuta come tale dal filosofo. Diversamente da Gentile (la cui posizione rifletteva quella di larga parte dell'intellettualità italiana del periodo), Julius Evola, il più conosciuto e discusso tra i razzisti italiani, costruì una sistematica teoria della razza. Giorgio Levi Della Vida fu invece vittima delle leggi razziali dopo essere già stato discriminato nel 1931 per le sue idee, quando fu tra i pochissimi professori universitari che si rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al fascismo. La riflessione filosofica di Adriano Tilgher, uno dei primi e più acuti interpreti del fascismo e della relazione tra esso e la filosofia gentiliana, è l'espressione esemplare di una cultura resa politicamente innocua e poi lasciata relativamente libera di svilupparsi secondo modalità inoffensive. Completa il volume un profilo di Jean Améry, vittima del razzismo di Stato e interprete critico del ruolo svolto dagli intellettuali nel XX secolo.

Giovanni Rota laureato in filosofia all'Università degli Studi di Milano e Dottore di ricerca in filosofia all'Università di Torino, collabora con le cattedre di Filosofia morale e di Storia della Filosofia morale della Statale di Milano. Presso il medesimo Ateneo, è docente alla Scuola di specializzazione per l'insegnamento SILSIS-MI, classe di Scienze umane. Collabora con la Sede di Milano dell'Istituto Cnr per la storia del pensiero filosofico e scientifico. Si occupa principalmente della storia della filosofia italiana fra Otto e Novecento. Ha pubblicato il libro Giuseppe Gangale. Filosofia e protestantesimo (Claudiana, Torino 2003).



Introduzione
Il filosofo Gentile e le leggi razziali
Un filosofo razzista: Julius Evola
"Un'oncia di buon senso". Giorgio Levi Della Vida e il fascismo
Un outsider negli anni del fascismo: Adriano Tilgher
Jean Améry e i suoi filosofi del Novecento
Indice dei nomi.

Collana: Filosofia

Argomenti: Storia della filosofia contemporanea - Etica - Filosofia politica e sociale

Livello: Studi, ricerche

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