John Stuart Mill conduce la speculazione politica inglese e la riflessione sul governo popolare a un originale punto di approfondimento critico. Benthamiano ortodosso, lucido nazionalista e feroce antiaristocratico, dopo una sofferta crisi dell'animo, Mill si apre al dubbio e si volge a una più meditata, e appassionata, cultura dei sentimenti. Successivamente, fra il 1835 e il 1840, il decisivo incontro con Alexis de Tocqueville e il costante dialogo politico con lui intrecciato contribuiscono a rafforzare la sua inclinazione per lo studio delle condizioni storiche della democrazia, a fargli meglio comprendere le caratteristiche dei ceti e delle istituzioni, a focalizzare la sua attenzione sul problema, della libertà politica e sui suoi concreti e multiformi modi di esercizio.

In questa prospettiva si sviluppa l'analisi di Maria Luisa Cicalese, che sottolinea come i temi fondamentali dell'educabilità delle masse, della rappresentanza e dell'accentramento dei poteri vengano affrontati con un rigore e un realismo di grande respiro, eloquente per capire la decisiva traiettoria di quella democrazia in cammino.

Maria Luisa Cicalese insegna storia delle dottrine politiche e teoria e storia della storiografia presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano. Ha studiato soprattutto le correnti ideologiche e culturali europee tra Ottocento e Novecento compiendo ricerche sulla storia del pensiero politico, sul dibattito parlamentare e partitico relativo alle istituzioni educative, e sul rapporto tra storia, politica e storiografia. Ha pubblicato, tra l'altro: La formazione del pensiero politico di Giovanni Gentile (1972); Note per un profilo di Pasquale Villari (1979); Dai carteggi di Pasquale Villari. Corrispondenze con Capponi, Mill, Fiorentino, Chamberlain (1984).