Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale la teoria della relatività suscitò ovunque una grande discussione nella quale motivi filosofici, politici e razziali si intrecciarono con le tematiche di ordine strettamente scientifico.

L'Italia non sfuggì a questa moda culturale e, anzi, da noi il dibattito vide impegnati alcuni dei Protagonisti più in vista della storia della relatività, come Abraham e Levi-Civita. La tradizione della cultura scientifica italiano per molti risvolti mal si adattava alle novità concettuali e metodologiche presenti nel pensiero einsteiniano e proprio questa tradizione fu la base di lancio di una vasta opposizione ad Einstein ma, al contempo, essa influì pesantemente anche sui sostenitori della teoria relativistica, che diedero di questa una riformulazione particolarmente conservatrice. Da parte sua la tradizione degli studi filosofici non era certo favorevole ad accogliere una qualche teoria scientifica come filosoficamente pregnante, ma l'interesse suscitato ovunque dal pensiero einsteiniano spinse filosofi di tutte le tendenze ad Intervenire sul tema e si assistette così, proprio nel periodo di massima egemonia del neoidealismo, ad un vasto dibattito filosofico su Einstein, nel corso del quale ogni corrente cercò di piegare strumentalmente al propri pregiudizi filosofici il più moderno frutto del pensiero scientifico, non senza lanciare sovente un ponte tra esso e la situazione politica contingente, costringendo persino Benito Mussolini a dire la sua la pubblicistica sul tema fu di una ricchezza sorprendente, sorprendente soprattutto se si tien conto che queste discussioni sono totalmente ignote alla storiografia, sia scientifica che filosofica.

Il presente studio si offre perciò come la prima ricostruzione di un momento delle vicende culturali del Novecento sino ad oggi sconosciuto e getta una luce nuova sul rapporti tra cultura scientifica e cultura filosofica nell'Italia della prima metà del XX secolo.

Roberto Malocchi insegna storia della scienza ali' Università statale di Milano. E' autore di vari studi sulla scienza e l'epistemologia nell'Ottocento e nel Novecento, con particolare attenzione per le vicende italiane.