Il rifiuto che la grande maggioranza dei 600.000 soldati italiani internati in Germania dopo l'8 settembre 1943 ha opposto all'offerta della libertà e del ritorno in patria in cambio della collaborazione con l'esercito tedesco, costituisce un fenomeno di massa di indubbia singolarità storica ma poco indagato dalle scienze del comportamento.

Il volume si propone di cercare elementi di spiegazione del fenomeno analizzando le testimonianze dirette di 429 protagonisti, con le metodologie proprie delle scienze sociali: in particolare lo studio delle istituzioni totali di E.Goffman.

Il rifiuto degli internati militari non può venire in realtà compiutamente valutato senza fare riferimento all'ambiente in cui si è manifestato: il campo di internamento.

L'ingresso dell'individuo in tale tipo di istituzione è infatti sempre caratterizzato da un'azione di distruzione della sua precedente identità, che conduce ad ottenere un certo grado di collaborazione.

La ricerca vuole individuare le motivazioni che hanno condotto i militari italiani a non concederla e a scegliere un comportamento tanto contrastante con la salvaguardia dei beni essenziali: la sopravvivenza, la salute, il benessere.